Terza asta per la cantina

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L’azienda di Canneto Pavese in vendita. I soci sperano di recuperare i loro soldi

CANNETO PAVESE – Si terrà, a fine mese, la terza asta per la vendita del complesso dell’ex cantina sociale di Canneto Pavese. L’asta rientra nella procedura di sovraindebitamento che la ex coop oltrepadana aveva avviato per la cancellazione dei debiti (10 milioni di euro) tramite la liquidazione di tutti i beni. Trattandosi del terzo tentativo di vendita, il prezzo a base d’asta è sceso a 1,8 milioni di euro, praticamente poco più della metà del valore di stima dell’intero lotto, che era stato fissato a 3,3 milioni di euro. Ma per aggiudicarsi il complesso, questa volta, basterà un’offerta minima di 1,4 milioni di euro. L’asta è in programma il 30 gennaio nello studio del notaio di Vigevano, incaricato dal Tribunale di Pavia di seguire la procedura. Il lotto comprende oltre alle strutture (25 mila metri quadrati solo di capannoni e piazzali), ai macchinari, agli impianti e agli arredi, il marchio aziendale “Canneto”, l’avviamento commerciale e un contratto di lavoro subordinato per 1 dipendente amministrativo part-time. I creditori e i 150 viticoltori ex soci sperano nel buon esito di quest’asta per avere almeno un parziale ristoro dei loro crediti e un ritorno di una realtà produttiva importante per il mercato delle uve oltrepadane. Al momento dell’avvio della procedura di sovraindebitamento, la cantina aveva debiti per circa 10 milioni di euro: 5 milioni verso i soci per il pagamento della vendemmia 2019, 1 milione per i conferimenti della vendemmia 2020, 4 milioni verso le banche per mutui e cambiali agricole e mezzo milione di euro verso i fornitori; tra i creditori figura anche l’Agenzia delle Entrate. I guai per la cooperativa oltrepadana erano iniziati esattamente quattro anni fa, quando la cantina era stata travolta da un’inchiesta giudiziaria su presunti reati di frode in commercio e contraffazione: a ottobre 2022 la Procura aveva chiuso le indagini con 38 indagati e ora si attende l’avvio del dibattimento. Dal punto di vista societario, dopo la caduta dei vertici di allora, azzerati dall’inchiesta, in due anni si erano susseguiti ben tre presidenti e tre Consigli di amministrazione, che hanno cercato di portare la cantina fuori dalla situazione di difficoltà in cui era caduta, fino a quando, a dicembre 2021, a fronte di una situazione ormai insostenibile, i soci avevano votato per l’avvio della procedura di sovraindebitamento per evitare il fallimento amministrativo: l’unico modo per creditori e soci per tentare di ottenere, almeno in parte, i soldi che stanno ancora aspettando.

Oliviero Maggi

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