Il Papa all’Azione Cattolica: «Fate crescere la cultura dell’abbraccio»

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Il Papa all’Azione Cattolica: «Fate crescere la cultura dell’abbraccio»

ROMA – Circa 80 mila soci e amici dell’Azione Cattolica Italiana, provenienti da tutta Italia, sono giunti il 25 aprile in piazza San Pietro per incontrare il Papa, per ascoltare la sua parola e fare festa insieme a lui. Adulti, giovani e ragazzi hanno viaggiato diretti a Roma con la voglia di costruire un futuro di pace e di speranza, impegnati ad essere discepoli e missionari, corresponsabili della costruzione del bene comune. “A braccia aperte”, il titolo dell’incontro, ben esprime il camminare insieme valorizzando le diversità e andando incontro agli uomini e alle donne di oggi. Alle ore 9.45, dopo un lungo giro in papamobile, Papa Francesco ha preso la parola. «L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana – ha detto – e la nostra vita è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama, ci ama per primo. Tre i tipi di abbraccio che il Pontefice ha proposto alla riflessione dei presenti: “l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita”. «All’origine delle guerre – ha proseguito ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico. E tutto ciò purtroppo, in questi giorni, è sotto i nostri occhi, in troppe parti del mondo! Con la vostra presenza e con il vostro lavoro, invece, voi potete testimoniare a tutti che la via dell’abbraccio è la via della vita». Poi si è soffermato sull’abbraccio che è salvezza come “l’abbraccio misericordioso di Dio che salva” e che Gesù morendo in croce ha dimostrato donando la sua vita e ha esortato a «lasciarsi abbracciare dal Signore. Così, nell’abbraccio del Signore impariamo ad abbracciare gli altri». E, infine, l’abbraccio dato e ricevuto che cambia la vita. Come è accaduto a Francesco d’Assisi, ad esempio, che decise di seguire Cristo “dopo aver stretto a sé un lebbroso”. La raccomandazione del Pontefice è stata quella di fare in modo che sia la carità “a plasmare ogni sforzo e servizio”, per “vivere fedeli alla vostra vocazione e alla vostra storia” e per porre segni concreti di cambiamento a tutti i livelli della vita sociale. Il Pontefice ha aggiunto: «La “cultura dell’abbraccio”, attraverso i vostri cammini personali e comunitari, crescerà nella Chiesa e nella società, rinnovando le relazioni familiari ed educative, rinnovando i processi di riconciliazione e di giustizia, rinnovando gli sforzi di comunione e di corresponsabilità, costruendo legami per un futuro di pace». E in riferimento al Sinodo ha affermato che «c’è bisogno di gente forgiata dallo Spirito, di “pellegrini di speranza”, di uomini e donne sinodali, che sappiano dialogare, interloquire, cercare insieme, come dice il tema del Giubileo ormai vicino, uomini e donne capaci di tracciare e percorrere sentieri nuovi e impegnativi». Invitando i presenti a essere “atleti e portabandiera di sinodalità”, nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino. Nel pomeriggio, alla Fraterna Domus di Sacrofano, vicino Roma, si è aperta la XVIII Assemblea nazionale elettiva dell’A.C. per eleggere il Consiglio nazionale per il triennio 2024-2027.

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