La Commissione non allatta

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Di Silvia Malaspina

Cara la mia Commissione Arte negli spazi pubblici, tu che, all’interno del Comune di Milano, sei preposta a valutare la posa di opere d’arte negli spazi fruiti dai cittadini, hai negato l’autorizzazione alla posa di una statua raffigurante una donna che allatta un bambino in piazza Eleonora Duse. Forse non ti sembrava consono, visto che la Divina è passata alla storia per le doti di grande attrice e per l’incarnazione immortale di Ermione ne La pioggia nel pineto, piuttosto che per la dedizione materna verso l’unica sua figlia? La motivazione con cui hai argomentato il diniego, cara Commissione, mi ha lasciato basita: “La scultura rappresenta valori rispettabili ma non universalmente condivisibili da tutte le cittadine e i cittadini, ragion per cui non viene dato parere favorevole all’inserimento in uno spazio condiviso”. Forse intendevi mettere in dubbio che il titolo dell’opera – Dal latte materno veniamo– non rappresenti una realtà universalmente valida? Sei a conoscenza di neonati che, adagiati nella culla, si gustano una bella amatriciana, rifiutando il latte materno? È pur vero che ci sono mamme che, per vari motivi, non possono allattare, ma il gesto di dare il biberon a un neonato è simile a quello dell’allattamento e la cura, l’amore, la dedizione non dipendono dallo strumento di nutrizione. Se invece il significato recondito fosse che le donne childfree, o quelle che non hanno potuto procreare, si sentirebbero offese dalla rappresentazione di un gesto che esiste da che esiste il genere umano, mi sembra una sciocchezza. Allora, per assurdo, poiché io avrei voluto tre figli, ma ne ho avuta soltanto una, dovrei sentirmi offesa ogni volta che incontro una mamma con più bambini! Perciò, cara Commissione, le polemiche, a mio avviso giuste e ben motivate, che sono seguite al tuo niet, hanno, per una volta, visto concordi i rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, uniti nell’affermare che la statua non urta alcuna sensibilità: “La maternità come scelta di amore e libertà è un bene da tutelare e valorizzare. Non è cancellando la figura della maternità che si aiutano le donne. Ogni donna può decidere di essere mamma o meno, ogni donna può decidere di allattare o di non allattare, ma la decisione di non installare questa statua non limita questa libertà.” Sembra che la querelle si possa dipanare con la proposta del sindaco di Milano Beppe Sala di installare la statua della discordia in uno spazio di fronte alla clinica “Mangiagalli” dove nasce l’80% dei bambini milanesi che, nessuno può negarlo, possono essere definiti lattanti.

silviamalaspina@libero.it

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