Stradella, non riapre il Punto nascite

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La ripresa dell’attività era prevista per il 30 ottobre. L’interrogazione di “Torre Civica”

STRADELLA – Il Covid ferma la riapertura del Punto nascite dell’ospedale di Stradella. La ripresa delle attività, prevista entro la fine di questa settimana, infatti, è stata al momento sospesa dall’azienda per il peggiorare della pandemia.

Nei giorni scorsi tutti gli anestesisti e rianimatori, che operavano a Stradella in convenzione con il “San Matteo” di Pavia, sono stati richiamati nel reparto Covid del policlinico e negli altri ospedali che stanno gestendo la seconda ondata dei contagi. Nel presidio oltrepadano, quindi, oltre al Punto nascite, da lunedì scorso sono state sospese anche tutte le operazioni chirurgiche, ad eccezione degli interventi urgenti. Una doccia fredda per personale, cittadini e amministratori che avevano ottenuto forti rassicurazioni sulla ripartenza del Punto nascite, fermo dal marzo scorso dopo il trasferimento dell’attività a Voghera, quando l’o-spedale di Stradella è stato trasformato in uno dei primi hub Covid della provincia di Pavia.

Ancora il 6 ottobre scorso l’azienda aveva confermato, in una riunione con i responsabili dei reparti, che l’Ostetricia-Ginecologia avrebbe ripreso entro il 30 ottobre, ma poi i dati preoccupanti sul ritorno dei contagi hanno costretto l’azienda a una marcia indietro, nonostante fossero già state assunte anche quattro nuove ostetriche per potenziare il personale. La decisione getta molte ombre sul futuro del Punto nascite, uno dei più apprezzati e attrattivi di tutta la zona, che il prossimo anno dovrà fare i conti anche con il pensionamento del primario Ezio Pozzi.

La questione è diventata anche un fatto politico, con la minoranza di “Torre Civica” che ha inoltrato un’interrogazione scritta al sindaco Alessandro Cantù per chiedergli di attivarsi con l’Asst Pavia e capire quali saranno le prossime mosse riguardo all’ospedale.

Al momento, comunque, a differenza della prima ondata, il presidio di Broni-Stradella non è indicato come hub per il Covid e lo sarà solo se, a causa dell’aggravarsi dell’emergenza, si riempiranno tutti i posti letto a Vigevano e a Voghera. In quel caso è già stato predisposto un piano che prevede che 58 posti letto saranno riconvertiti, per gradi e seguendo la curva dei contagi, alla cura del Covid in tre fasi: prima i 26 posti letto della Riabilitazione geriatrica, con la creazione di un’area di osservazione Pronto soccorso da 18 letti, in camera singola, nei locali di Chirurgia e Ortopedia, poi la realizzazione di una sezione Covid (10 posti letto) nel reparto di Medicina, separata da quella dei pazienti non Covid; infine, se si raggiungerà la saturazione, la riconversione completa di Medicina con la disponibilità di 32 posti letto.

Oliviero Maggi

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