Avis provinciale: 1.000 nuovi donatori

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L’assemblea a Broni con il presidente Roberto Bonacina

BRONI – Oltre 1.000 nuovi donatori e 22.000 sacche di sangue donate nel 2021. È questo il bilancio dell’attività dello scorso anno dell’Avis provinciale di Pavia, una delle uniche due sul territorio lombardo ad aver aumentato la quantità di sangue raccolto rispetto al 2020, nonostante il periodo ancora difficile per la pandemia. I dati sono stati illustrati nel corso dell’assemblea dei soci che si è svolta sabato scorso al teatro “Carbonetti” di Broni, ospiti del Comune e della sezione Avis cittadina. L’Avis provinciale, guidata dalla metà del 2021 dal presidente Roberto Bonacina, conta circa 12.000 iscritti e 19 sezioni comunali (in Oltrepò ci sono quelle di Voghera, Stradella, Broni e Santa Giuletta). Nel 2021 i nuovi soci effettivi sono stati 1.170, il 3% in più (+412) rispetto all’anno precedente: il 31% sono giovani e il 61% con meno di 35 anni. I soci effettivi che per diversi motivi hanno smesso di donare sono stati 758. La sezione oltrepadana con il maggior numero di donatori effettivi è Voghera (2.082), poi Broni (470), Stradella (437) e Santa Giuletta (88). Il 35% dei donatori effettivi sono donne mentre la fascia d’età più numerosa resta quella dei 46-55 anni; nel 2021 è cresciuta sensibilmente anche la quota di stranieri (dal 5,8 al 6,3%). In aumento anche le donazioni, che sono state in totale 22.075, 617 in più rispetto al 2020 (+3%). Per quanto riguarda il numero di sacche, Voghera ne ha raccolte 4.030, Broni 957 (battendo il record del 2012), Stradella 810 e Santa Giuletta 160. «È un piacere rivedersi dal vivo dopo due anni impegnativi, stiamo provando a ricominciare come abbiamo sempre fatto. – ha detto il presidente provinciale Bonacina – Abbiamo avuto molti donatori in più e anche le donazioni sono aumentate, nonostante ci troviamo ancora in una situazione sanitaria non facile. Ora l’obiettivo dei prossimi anni sarà quello di consolidare le relazioni di Avis provinciale con gli altri enti ed istituzioni del territorio, creando rapporti stabili e continuativi».

Oliviero Maggi

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