Pasqua. La fissione nucleare che trasforma il mondo

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di Mons. Guido Marini, Vescovo

Era il 21 agosto del 2005. Papa Benedetto XVI, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, celebrava la Santa Messa domenicale. Al momento dell’omelia, disse, riguardo all’Eucaristia: «Che cosa sta succedendo? Come Gesù può distribuire il suo Corpo e il suo Sangue? Facendo del pane il suo Corpo e del vino il suo Sangue, Egli anticipa la sua morte, l’accetta nel suo intimo e la trasforma in un’azione di amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale – la crocifissione –, dall’interno diventa un atto di un amore che si dona totalmente. È questa la trasformazione sostanziale che si realizzò nel cenacolo e che era destinata a suscitare un processo di trasformazioni il cui termine ultimo è la trasformazione del mondo fino a quella condizione in cui Dio sarà tutto in tutti (cfr. 1 Cor 15, 28). Già da sempre tutti gli uomini in qualche modo aspettano nel loro cuore un cambiamento, una trasformazione del mondo. Ora questo è l’atto centrale di trasformazione che solo è in grado di rinnovare veramente il mondo: la violenza si trasforma in amore e quindi la morte in vita. Poiché questo atto tramuta la morte in amore, la morte come tale è già dal suo interno superata, è già presente in essa la risurrezione. La morte è, per così dire, intimamente ferita, così che non può più essere lei l’ultima parola. È questa, per usare un’immagine a noi oggi ben nota, la fissione nucleare portata nel più intimo dell’essere – la vittoria dell’amore sull’odio, la vittoria dell’amore sulla morte. Soltanto questa intima esplosione del bene che vince il male può suscitare poi la catena di trasformazioni che poco a poco cambieranno il mondo. Tutti gli altri cambiamenti rimangono superficiali e non salvano. Per questo parliamo di redenzione: quello che dal più intimo era necessario è avvenuto, e noi possiamo entrare in questo dinamismo. Gesù può distribuire il suo Corpo, perché realmente dona sé stesso».

Le parole di Benedetto XVI, qui riportate, sono rimaste memorabili, una sintesi mirabile del mistero eucaristico e della Pasqua cristiana. Perché la Pasqua, e l’Eucaristia che ne è il fedele e incessante rinnovarsi nel tempo della storia, è davvero un’inaudita “fissione nucleare”, la trasformazione radicale che l’amore infinito di Dio introduce nel mondo, quale principio di ogni altra autentica trasformazione segnata dalla salvezza in Cristo.

Per tutti noi, che siamo assetati in modo insaziabile di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace, la partecipazione personale a quella straordinaria fissione nucleare che è la Pasqua avviene mediante l’Eucaristia. Ed è così che l’Eucaristia è la sorgente inesauribile cui attingere, nel corso dell’esistenza e in virtù della fede, proprio verità e vita, santità e grazia, amore, giustizia e pace.

Tanto più ciò avviene, tanto più la nostra vita rimane trasformata dell’unica trasformazione veramente decisiva della storia. Rimaniamo trasformati noi, e in noi rimane trasformato il mondo: la verità e la vita ci possiedono e, mediante noi, entrano nel mondo; la santità e la grazia ci possiedono e, mediante noi, entrano nel mondo; l’amore, la giustizia e la pace ci possiedono e, mediante noi, entrano nel mondo. Raggiunti da quella “fusione nucleare” dell’Amore e da essa trasformati e redenti, ne diventiamo collaboratori e propagatori nel tempo della nostra vita.

È la Pasqua, e solo la Pasqua, dunque, l’inizio di un mondo nuovo e veramente umano, perché investito, redento, rinnovato e plasmato dell’Amore. Ed è nell’Eucaristia che la Pasqua diventa realtà per noi e per il mondo intero, divenendo realtà l’umanità nuova, principio vivente di una civiltà dell’Amore. Quell’Amore di cui si fa araldo infaticabile il Santo Padre Francesco.

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