“In vino libertas” nelle “Terre di Mezzo”

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È giunto al terzo anno il progetto che coinvolge i detenuti e gli studenti delle Superiori di Voghera impegnati in vendemmia. Con l’aggiunta dei venerdì formativi

VOGHERA – Da tre anni ormai il progetto “In vino libertas”, promosso dall’associazione “Terre di Mezzo odv”, coinvolge i giovani degli Istituti superiori e i detenuti degli Istituti Penitenziari locali, impegnati, a fine estate, nel lavoro della vendemmia presso aziende locali. Noemi Agosti, vicepresidente dell’associazione e don Pietro Sacchi, parroco di San Pietro a Voghera, ne sono i punti di riferimento.

Quest’anno sono stati coinvolti 60 studenti degli Istituti “Galilei”, “Baratta” e “Maserati” insieme ai detenuti della Casa Circondariale della città. «L’evoluzione del progetto – spiegano gli organizzatori – ha portato alla realizzazione di un evento in cui il reinserimento e la formazione si impastano in dinamiche virtuose, di relazione e di conoscenza dell’altro e il pregiudizio e lo stigma sociale vengono abbattuti. Così si ritrova la voglia di vivere e credere in se stessi stimolando inoltre i cuori e le menti del futuro, quelle dei giovani, “sole o tempesta di domani”, come li chiamava Don Orione. Ogni giorno i detenuti raggiungevano la Parrocchia San Pietro occupandosi della preparazione del pranzo al sacco mentre i giovani arrivavano in squadre di almeno dieci membri tra cui un tutor e due detenuti e una volta raccolti guanti e forbicioni, si partiva per una nuova destinazione che la Cantina Sociale “Torrevilla” offriva presso le vigne dei soci».

I tutor dell’associazione, oltre ad Agosti e don Sacchi, sono stati Annagaia Muda, Arianna Maggi, Marta Cosca, Federico Rosolin e Riccardo Esposito, tutti studenti universitari e lavoratori che hanno ritagliato tempi preziosi per adempiere al compito di coordinamento, accompagnamento e organizzazione.

Gli spostamenti avvenivano tramite le navette che l’associazione ha messo a disposizione, necessarie per muoversi agilmente di vigna in vigna e raggiungere tutte le destinazioni contemplate dal progetto, tra cui la stessa Cantina durante i giorni di pioggia in cui era opportuno lavorare al coperto. Dal lunedì al giovedì l’impegno fondamentale era raccogliere l’uva a mano presso svariate vigne dell’Oltrepò appartenenti al circuito della Cantina Sociale. «In realtà – continua don Pietro Sacchi – è proprio qui che l’impegno si faceva pretesto dell’incontro, lo sforbiciare chiacchierando, il motivo di relazione tra due mondi: il Ministero della Giustizia e quello della Pubblica Istruzione si fondono nell’incrocio di sguardi e scambi di emozioni, storie di vita raccontate e accolte e riflessioni intense all’aria aperta tra i filari delle nostre colline… Tutto ciò quest’anno ha trovato un colpo d’ala nei venerdì formativi, divenuti appuntamento fisso per i partecipanti: detenuti e studenti hanno affrontato temi inerenti al lavoro dibattendo con l’avvocato Marco Balossino sull’Art. 1 della Costituzione; con gli avvocati Cristina Pinetti e Roberta Russo si è proseguito con “Pena, Giustizia e Costituzione” rileggendo la Costituzione attraverso Johnny Cash, Caino e L’Antologia di Spoon River, per poi chiederci nell’incontro successivo chi effettivamente si meriti una storia o una situazione di vita piuttosto che un’altra tra meriti e demeriti con Giulia Balossino, filosofa, là dove il lavoro può voler dire democrazia e infine concludendo con Elena Lombardi Vallauri, direttore della Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” in Alessandria, che ci ha consegnato una testimonianza preziosa riguardo al progetto “Agorà” (di cui “Terre di Mezzo”è ente promotore) relativa alla realizzazione di una comunità educativa all’interno del carcere, dedicata ai condannati che vivono la loro prima esperienza di pena».

Il progetto, come ogni anno, si concluderà con la promozione di un nome e un’etichetta da donare al vino nuovo, mille bottiglie che lanciate sul mercato si faranno vetrina di un’esperienza unica, la quale dà il via a nuovi percorsi di inserimento socio lavorativo, permettendo ai detenuti partecipanti di continuare a lavorare in esterno oltre la vendemmia, mediante le borse lavoro elargite dall’associazione.

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