La geometria con rolle slide

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Di Davide Bianchi

Adoro la geometria. In particolar modo quella galassia appartenente all’universo euclideo, denominata “geometria solida” o, per i puristi del greco antico, “stereometria”. È un mondo tridimensionale, costituito da poliedri e solidi di rotazione. La loro tridimensionalità, e quindi il fatto di essere riproducibili e manipolabili, li rende particolarmente consoni, fin dall’inizio, al lavoro con i bambini più piccoli. Inoltre, la realtà in cui viviamo è costituita da solidi: oggetti tridimensionali immediatamente riconducibili alla nostra esperienza concreta del mondo. Niente di più semplice. La differenza tecnica tra poliedri (prismi, piramidi, cubi) e solidi di rotazione (coni, cilindri, sfere) è presentata al quinto anno delle elementari e successivamente consolidata durante il triennio di scuola media. In sintesi, mentre i poliedri sono solidi composti da facce poligonali, i solidi di rotazione sono il risultato dell’azione di una quarta dimensione, lo spaziotempo, che fa letteralmente ruotare di 360 gradi una qualsiasi figura piana attorno uno dei suoi assi. Il cono è il prodotto della rotazione completa di un triangolo rettangolo attorno a uno dei suoi cateti, il cilindro del rettangolo attorno a uno dei lati, la sfera di un semicerchio attorno al suo diametro. Spiegare questo a bambini di prima elementare, risulta problematico, per tale ragione nei testi italiani viene introdotta la distinzione plastica tra solidi che rotolano e quelli che invece scivolano. È qui che l’inglese entra in gioco fornendo un supporto ulteriore alla comprensione del concetto. E lo fa proprio a partire da uno dei suoi punti linguisticamente più critici: l’ambiguità semantica presente negli inesauribili casi di omonimia e polisemia. La parola inglese rollsignifica, oltre il sostantivo “rotolo”, anche i verbi “rotolare, arrotolare, lanciare”, e soprattutto “pattinare su rotelle” (roller skate). Dall’altra parte, abbiamo la parola slideche significa “scivolare, scorrere, slittare”, ma anche, guarda un po’, il sostantivo “scivolo”. La differenza tra solidi di rotazione e poliedri viene dunque ancorata rispettivamente a questi due vocaboli che ineriscono al mondo dell’azione, del gioco e del movimento; a un mondo a misura di bambino. Ancora una volta, la seconda lingua, integrandosi alla prima, fornisce supporto alla comprensione del senso. E, chiosando un immenso filosofo tedesco, opacità e latenza possono a volte divenire proprio condizione di rischiaramento e verità.

biadav@libero.it

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