Viticoltori a scuola di biodiversità

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Il 21 novembre partirà il progetto del Distretto del vino

CANNETO PAVESE – L’Oltrepò pavese fa scuola di biodiversità e sostenibilità in vigna. Si chiama “Biodivigna” il progetto ideato dal Distretto del vino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, che prevede 12 seminari informativi accessibili gratuitamente in streaming e in presenza e 5 attività in campo, nel periodo dal 2022 al 2024. Le attività saranno guidate dal professor Leonardo Valenti del dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’ateneo milanese e dall’agronomo Pierluigi Donna, del Sata Studio Agronomico. Gli argomenti trattati durante i seminari (il primo è in programma il 21 novembre, alle 16, in streaming sul sito www.distrettovinooltrepo.com/biodivigna) sono viticoltura, vino e sostenibilità nella percezione del consumatore, i cambiamenti climatici, vitigni resistenti o tolleranti, certificazioni di sostenibilità, difesa fitopatologica. Le attività in campo, invece, prevedono i rilievi sui suoli, l’esame di due siti per l’osservazione delle semine polifunzionali, rilievi con sensori per mappatura del vigore, l‘osservazione e il controllo sulla diffusione delle malattie e, infine, una degustazione di vini rappresentativi di forme gestionali diverse del vigneto e dell’azienda. Tutti gli incontri sono aperti a produttori, enologi, agronomi, agrotecnici sul territorio nazionale. Gli obiettivi del progetto sono molteplici: accrescere le competenze di viticoltori e tecnici del settore vitivinicolo, introdurre pratiche agronomiche vantaggiose per gli operatori agricoli e per la biodiversità, razionalizzare l’utilizzo dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari per mitigarne l’impatto sulle acque e sul suolo, ridurre costi e lo spreco di risorse. «Tra i filari non basta più solo produrre: occorre creare qualità e sostenibilità. – commenta il presidente del Distretto, Fabiano Giorgi – Innovazioni e nuovi metodi di produzione più sostenibili devono e possono essere trasferiti ai viticoltori. Si tratta di un’esigenza che riguarda l’Oltrepò pavese ma anche molti altri territori del vino italiani. Siamo infatti convinti che nessuna politica di conservazione della biodiversità possa essere portata avanti in maniera locale o isolata ma debba essere il risultato di un lavoro collettivo».

Per Armando Colombi, responsabile del progetto, «Distretto e Università di Milano realizzano un percorso volto a contribuire sia allo sviluppo delle zone rurali sia all’innovazione del settore vitivinicolo, puntando all’interazione e al dialogo tra specialisti, ricercatori, tecnici, operatori e imprenditori, facilitando la condivisione di esperienze positive».

Oliviero Maggi

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