Il Centro del Pinot nero guarda al futuro

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A Montecalvo Versiggia uno spazio che custodisce storia e cultura di un’uva affascinante e di un paese tutto da scoprire. Ce ne parla la presidente Laura Passera

MONTECALVO VERSIGGIA – Nel weekend del 15 e 16 ottobre, in occasione delle Giornate Fai d’autunno, il borgo collinare di Montecalvo Versiggia è stato letteralmente preso d’assalto. In centinaia e centinaia hanno scelto di visitare il “paese del Pinot Nero” con la settecentesca chiesa parrocchiale di sant’Alessandro, la chiesetta medievale dedicata alla Madonna dell’Uva, il castello solitamente chiuso al pubblico in quanto proprietà privata e il Museo del cavatappi.

Quassù, tra filari e panorami mozzafiato, tutto parla di Pinot nero, di quel vitigno che è il simbolo di questo lembo di Oltrepò. E Montecalvo ne è la capitale, tanto che qui hanno sede l’Associazione “Terra del Pinot nero” e il Centro culturale e etnografico del Pinot nero.

Nelle scorse settimane è stato rinnovato il Consiglio di amministrazione dell’associazione: presidente è stata nominata Laura Passera, consiglieri Chiara Torti, Patrizia Torti, Alberto Dino Scarabelli, Ottavio Carlo Maria Dezza, Maurizio Gazzotti e Carlo Brega. Rimarranno in carica per il prossimo triennio.

La neo presidente, attualmente agente immobiliare, è un agronomo, a sua volta produttrice ed è membro di “Donne della vite”, associazione culturale con lo scopo di promuovere e valorizzare il ruolo femminile nel mondo vitivinicolo e fungere da punto di riferimento e aggregazione per le operatrici di questo settore, favorendone al contempo l’incontro col pubblico finale, in una visione ampia, nuova e articolata, che coinvolga attività culturali, formative e divulgative.

«L’associazione “Terra del Pinot nero” – spiega Laura Passera – è nata da un’idea, una visione lungimirante direi, di Giancarlo Vitali, innamorato del suo paese, già presidente della Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia e in prima linea per anni nell’amministrazione comunale di Montecalvo. Il fine era di creare un punto di riferimento che ponesse al centro il Pinot nero, la risorsa più importante per la nostra produzione vitivinicola, non solo per Montecalvo, ma per tutto il territorio».

«E così è nata l’associazione – continua la presidente – con lo scopo di promuovere la zona, valorizzare la produzione del Pinot nero, coinvolgere le varie realtà produttive, ma anche educare al rispetto e alla cura del paesaggio, porre in luce il patrimonio artistico e culturale locale migliorandone le possibilità di fruizione, favorendo il benessere della comunità attraverso la valorizzazione condivisa e partecipata dell’identità culturale, vissuta come elemento fondante di ogni attività sociale ed economica».

L’associazione, inoltre, si è fatta promotrice della costituzione del Centro culturale ed etnografico del Pinot nero che raccoglie, conserva e valorizza le testimonianze e i vari aspetti delle tradizioni vitivinicole legate al Pinot nero e vuole diventare un punto di riferimento come Centro di documentazione e produzione culturale.

«Si tratta di un luogo – racconta Passera – dove ascoltare e leggere la storia del Pinot nero e dove scoprire le tradizioni vitivinicole di questa terra con un’apertura sul mondo, visto che il Pinot nero è coltivato in tutti i continenti abitati. All’interno del Centro si tutela e si valorizza il patrimonio culturale materiale e immateriale e lo si rende sempre più elemento vivo, sia evidenziando il ruolo fondamentale della comunità, detentrice di tale patrimonio, sia rendendo protagonisti i visitatori di età differenti. È sempre valido l’invito per chiunque abbia del materiale che riguarda la storia del Pinot nero a contattarci».

«La pandemia ha costretto l’associazione – aggiunge – a un rallentamento delle nostra attività. Nei mesi scorsi abbiamo organizzato due serate-degustazioni molto ben riuscite e nelle prossime settimane il nuovo consiglio si metterà al lavoro per programmare le iniziative future».

Intanto a Montecalvo il Comune ha appena concluso il progetto finanziato dalla Fondazione Gal, incentrato sulla realizzazione di infrastrutture turistiche, che ha permesso il completamento delle aree di accoglienza e di informazione del Centro del Pinot nero. Sono stati installati dieci cartelli informativi e didattici con testi anche in inglese e in braille per i non vedenti, che segnalano itinerari e sentieri, all’interno del Centro sono stati posti cartelli informativi e allestito un punto di ristoro, mentre i sentieri sono stati mappati e sono disponibili sul nuovo totem multimediale.

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