“Città del Libro”: cresce la tensione dei lavoratori

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A Cigognola ha chiuso il centro commerciale “Oltrepò”

CIGOGNOLA – Non accenna a migliorare la crisi occupazionale in Oltrepò pavese. A Cigognola ha chiuso definitivamente il centro commerciale “Oltrepò”, aperto nella seconda metà degli anni Novanta sulla via Emilia: a poco meno di un anno dal fallimento del supermercato “Iperdì”, all’interno della struttura, e dal licenziamento dei 29 dipendenti, anche gli altri negozi che sono rimasti aperti nella galleria hanno dovuto arrendersi e cessare l’attività alla fine dell’anno. Alcuni hanno già trovato una nuova sede dove trasferirsi, altri stanno ancora valutando che cosa fare. Ora la parola passa al Tribunale: nei giorni scorsi la società proprietaria dell’immobile ha presentato la richiesta di concordato preventivo, che dovrà essere valutata dal Tribunale di Monza e dal custode giudiziale per l’omologazione. Ma per adesso le saracinesche rimarranno abbassate. Al termine della procedura si procederà probabilmente alla vendita di tutta la struttura, a meno che qualche soggetto della grande distribuzione non manifesti l’interesse a rilevarla per aprire un nuovo supermercato.

A Stradella, invece, c’è stata ancora tensione tra i lavoratori della logistica “Città del Libro” per il rinnovo di una serie di contratti in scadenza. Al termine di una lunga trattativa, l’azienda ha concesso il passaggio a tempo indeterminato di 65 contratti mentre altri 17 lavoratori saranno trasferiti a Santa Cristina e Bissone in una logistica del gruppo, inizialmente con un contratto di sei mesi; ai lavoratori stagionali, invece, non è stato rinnovato il contratto, ma è probabile che vengano richiamati in estate, quando partirà la campagna dei libri scolastici. L’azienda ha dato garanzie anche sul rinnovo dell’appalto del gruppo Mondadori (i lavoratori temevano 300 esuberi nel caso il contratto non fosse rinnovato). Il sindacato Sì Cobas, che appoggia gli operai nelle loro battaglie, mette sul tavolo, però, altre richieste: «Ci auguriamo che la Ceva si decida ad abbandonare le cooperative per la gestione dei suoi magazzini e si affidi finalmente ad una srl. – spiega il sindacato – In questo modo sarebbero garantiti maggiori diritti ai lavoratori, come il pagamento al 100% della malattia o l’introduzione dei buoni pasto, cosa che è accaduto nelle altre logistiche del parco di Stradella. La stabilizzazione di questi contratti è solo il primo passo della nostra battaglia per garantire trasparenza e legalità all’interno di Ceva e tutti i diritti per i lavoratori previsti dal contratto nazionale».

Oliviero Maggi

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