Villa Branca diventerà un polo di ricerca e di impresa

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Il progetto ambizioso di quattro professionisti nel segno del made in Italy

TORRAZZA COSTE – Villa Branca, storico edificio risalente al 1600 situato a Castellaro, frazione di Torrazza Coste, si trasformerà in una location innovativa con campi coltivabili e boschi, spazi per la ricerca, uffici, laboratori attrezzati e sale per seminari, spazi di accoglienza con camere e servizi di ristorazione e sale dedicate alla formazione, agli eventi e alla comunicazione. Un progetto ideato da quattro amici che condividono una pluriennale esperienza in ambiti lavorativi comuni. Gli architetti Anna Franzosi e Lorenzo Invrea, l’interior designer Carlo Mariani e l’art director Roberta Spadoni stanno raccogliendo dimostrazioni di interesse da parte di investitori privati che intendono fare squadra e che hanno a cuore non solo il progetto, ma soprattutto il bene del territorio. Persone che hanno captato l’alchimia particolare di questa villa. Il progetto, il cui costo si aggira attorno ai 2 milioni di euro, prevede innanzi tutto il restauro conservativo della dimora storica, della chiesetta privata dedicata a San Giovanni Battista, delle scuderie e delle cantine con le botti in rovere nel rispetto del vincolo di tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio nonché nel rispetto del valore simbolico e affettivo che la comunità locale ha per la dimora.

Anche il bosco secolare è parte integrante della riconversione ed è già in essere una convenzione con l’Istituto Tecnico Agrario “Gallini” di Voghera per una sua catalogazione e produzione di schede botaniche all’interno del programma dedicato “Vivere il parco”. Negli edifici di servizio sono previsti i laboratori di ricerca direttamente collegati ai terreni agricoli di pertinenza. Ogni spazio è interconnesso all’altro come base per sperimentare, trasmettere e divulgare le conoscenze acquisite attraverso seminari, eventi e iniziative.

«Il progetto Villa Branca, intende sviluppare un hub permanente di connessioni, in grado di essere rete e fare rete, stringere alleanze, condividere esperienze e competenze tra sistema produttivo e consumatori, tra sistema pubblico e privato. – spiega Anna Franzosi – Intendiamo connettere filiere di mondi produttivi eterogenei, al fine di creare sinergie tra i diversi sistemi produttivi attraverso la ricerca e l’innovazione per costruire insieme il linguaggio del futuro che sappia contribuire alla crescita dei diversi settori, il tutto in linea con l’esigenza ormai ritenuta universalmente inaggirabile di produrre in modo sostenibile. Si tratta di un format inedito di sviluppo produttivo. Nel panorama italiano, ad oggi, non esiste una realtà così completa».

L’idea dei progettisti è di associare realtà italiane con una visione aperta sul futuro e un approccio allo sviluppo, che deve bilanciare esigenze diverse e spesso in competizione con i limiti ambientali, sociali ed economici che la società deve affrontare, con l’obiettivo di favorire l’instaurazione di nuove aperture nazionali e internazionali per i prodotti di eccellenza made in Italy. «Abbiamo individuato realtà imprenditoriali che operano nell’ambito della ricerca dei tessuti sostenibili, dell’eco-pelle, associazioni che raggruppano chef stellati, studi di design, enologi e nasi profumieri, per l’utilizzo delle materie seconde come prime. – conclude Anna Franzosi – Riteniamo importantissimo un confronto con i partner che, grazie alla loro approfondita conoscenza del settore di competenza, saranno fondamentali nell’identificare le competenze e nel definire il progetto stesso».

Mattia Tanzi

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