Tradizione e novità: i segreti del successo

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L’impegno di Elisa Semino a “La Colombera”

TORTONA – Di turismo lento si parlava già qualche anno fa e non mancava, all’appello, una folta schiera di sostenitori di una di vacanza lontana dai ritmi frenetici e dalla smania di emozioni forti.

Questo fenomeno è stato “accelerato” dalla pandemia, che ha ridefinito i contorni dell’esperienza turistica. Ne hanno così beneficiato, forti della loro naturale bellezza, tutti quegli scorci, sentieri, colli, borghi che fanno parte di un patrimonio unico e quotidiano, spesso lontano dai clamori mediatici e per questo ancor più emotivamente accattivanti. È il caso dei Colli Tortonesi, che con i loro colori, profumi e sapori hanno saputo entrare, quasi in punta di piedi, nel cuore di chi ancora non li conosceva, riempiendo di sano orgoglio chi abita in queste zone ricche di storia e di passioni. E per accogliere al meglio i visitatori c’è chi si è attrezzato (e continua a farlo) ispirandosi a ciò che lo circonda, nel rispetto della terra vissuta co- me valore aggiunto per chi la lavora e ne mangia i frutti. Tra questi figura l’enologa Elisa Semino, ribattezzata “la regina del Timorasso” che, insieme al padre Piercarlo e al fratello Lorenzo, interpreta la vigna come “patrimonio” e portando “La Colombera”, l’azienda agricola che si adagia sui colli di Vho, frazione di Tortona, a essere una delle più amate e premiate realtà per il Timorasso. “La Colombera” ha come punto di forza il sapersi innovare, diversificando le produzioni e affiancando la coltivazione vitivinicola a quella cerealicola. Attualmente sono in corso i lavori per aprire, in primavera, una nuova sala degustazione.

«La struttura sarà realizzata in bioedilizia, rispettando le logiche di sostenibilità e risparmio energetico – spiega Elisa Semino – e concretizza la filosofia della cantina da sempre votata all’accoglienza e all’enoturismo Sarà questo uno spazio per accogliere professionisti del settore e appassionati, dove degustare i nostri vini guardando il profilo delle colline dei Colli Tortonesi e delle Alpi». Ogni grappolo coltivato nei 20 ettari di vigneto dell’azienda presenta, in etichetta, una narrazione ben precisa.

L’ultimo vino nato, nel 2021, è il “Monleale”, un Barbera fresco e fragrante, che sa di marasca e cioccolato, ma anche di salvia con note balsamiche.

Alessandra Dellacà

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