Poggi fa rivivere The Band

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L’ultimo disco dell’armonicista italiano più conosciuto al mondo, che vive a Voghera

Alla fine del 2022 il famoso musicista vogherese Fabrizio Poggi ha festeggiato le nozze d’argento con la discografia. A dicembre è uscito il suo disco numero 25 che si intitola Basement Blues (Appaloosa Records) e che rappresenta un nuovo traguardo nella musica blues mondiale. Perché Poggi, l’armonicista italiano più conosciuto al mondo, gode di fama internazionale ed è molto amato in America, Paese che considera la sua seconda casa e dove, insieme alla compagna Angelina, è stato più volte ospite e ha coltivato numerose amicizie con musicisti di spicco. A rendere speciale l’attività di ricerca del “re del blues” è stata la capacità di aggiungere alla tecnica la sua anima e ogni suo concerto si è trasformato in un vero e proprio viaggio alla scoperta del sound di un genere che è molto apprezzato. Fabrizio nella sua carriera è stato candidato ai Grammy Awards 2018, dove ha sfidato i Rolling Stones e ai Blues Music Awards (gli Oscar del blues) ha ricevuto il premio Oscar “Hohner Harmonicas” e ha vinto i JIMI Award (gli Oscar della prestigiosa rivista Blues411) come miglior album internazionale. Per il suo nuovo lavoro ha deciso di scendere, metaforicamente, nella sua cantina, in quel “basement” che dà poi il titolo all’album, per resuscitare canzoni dimenticate e dare loro una nuova veste, riportandole alla luce dopo lunghi anni. Nel fare questo si è lasciato ispirare dalla leggendaria “casa rosa” dove Bob Dylan e The Band, nel 1967 a Woodstock, incisero i mitici Basement Tapes. Il disco contiene brani tratti da registrazioni in studio e dal vivo rinnovate e inedite versioni di grandi classici del blues, di intensi spirituals e di canzoni originali, ormai quasi introvabili, realizzate nell’arco di una quindicina di anni e vede coinvolti musicisti come Garth Hudson di The Band, Ronnie Earl e Guy Davis.

L’idea della copertina a Poggi è venuta dopo che la compagna Angelina gli ha regalato per San Valentino una copia in miniatura, ma molto precisa, di “The Big Pink”. Tutto l’album paga un doveroso tributo ai grandi del blues e a The Band il cui film The Last Waltz ha contribuito a far nascere in Fabrizio la passione per il blues e per la musica della straordinaria band canadese. Il suo incontro con questa musica è avvenuto alla fine degli anni Settanta, quando vide per la prima volta al cinema la pellicola d’addio di The Band e fu folgorato dal carisma di Muddy Waters e dall’incredibile suono dell’armonica di Paul Butterfield. Un po’ come la sua passione per l’armonica, nata per caso, quando a causa di un incidente non ha potuto più suonare la chitarra e ha deciso di iniziare a provare con l’armonica. Da quel momento, come autodidatta, non ha più smesso di sperimentare e di crescere artisticamente fino ad arrivare a esibirsi nei più grandi teatri del mondo.

d.c.

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