Nel Sinodo «non ci saranno porte chiuse per nessuno»

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Il comunicato finale del Consiglio episcopale permanente della CEI che si è svolto dal 27 al 29 settembre

Dal 27 al 29 settembre si è svolta a Roma la sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente della CEI. L’incontro ha avuto al centro il confronto sul “Cammino sinodale delle Chiese in Italia”. A riassumere i lavori dei vescovi è stato il comunicato finale, presentato in conferenza stampa dal segretario generale, Mons. Stefano Russo, e dal vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, Mons. Erio Castellucci. A questo cammino sarà dedicata anche l’Assemblea Generale Straordinaria, in programma a Roma dal 22 al 25 novembre.

Il Consiglio episcopale permanente ha confermato «la scelta di assumere il primo anno del Sinodo universale, che partirà dalle singole diocesi, come primo anno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia». Ha poi approvato «un messaggio ai presbiteri, ai diaconi, alle consacrate e consacrati e agli operatori pastorali, che offre una lettura spirituale dell’esperienza sinodale, e una lettera alle donne e agli uomini di buona volontà, che invita a sentirsi partecipi del percorso».

Nel cammino sinodale «non ci saranno porte chiuse per nessuno, ma gruppi aperti a tutti» – ha affermato Mons. Castellucci. «È auspicabile che in tutti i gruppi ci siano varie componenti, anche chi non si sente parte attiva della comunità o è fuori di essa. – ha spiegato il vescovo – Dipenderà dall’ambiente o da chi vorrà aderire, la configurazione dei gruppi sarà decisa caso per caso».

Domenica 10 ottobre il Papa aprirà il Sinodo con la Chiesa universale e per la Diocesi di Roma con la celebrazione della Messa nella basilica di San Pietro, alle ore 9.

Nell’assise romana è stato rivolto anche uno sguardo sulla situazione nazionale e internazionale, in particolare sul dramma della popolazione afghana. In apertura dei lavori, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, aveva fotografato il panorama italiano, in cui si scorge «finalmente qualche segnale confortante, mentre continua la campagna vaccinale contro il Covid-19. Anche se le ferite causate dalla pandemia nel tessuto economico-sociale del Paese sono ancora profonde». Il nuovo Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale, infatti, conferma che quasi uno su tre dei nuovi poveri del 2020 si è rivolto ai Centri Caritas anche nel corso del 2021. Si tratta, per Bassetti, di «una rilevazione dal significato ambivalente: da una parte, può essere indice dei primi effetti positivi della ripresa; dall’altra, mostra che ancora non si è tornati ai livelli pre-crisi in cui la povertà era, comunque, un’emergenza sociale». Si è parlato anche di aborto ed eutanasia considerate «derive nichiliste».

La Chiesa ha confermato il suo ruolo di testimone dell’attenzione nei confronti della persona e il rifiuto dell’eutanasia, esempio della cultura di morte e dello scarto di cui spesso ha parlato Papa Francesco.

Durante il Consiglio Permanente è stato presentato anche il programma della 49^ Settimana Sociale alla quale prenderanno parte «142 vescovi, 670 delegati di 218 diocesi, tra cui numerosi giovani, in rappresentanza delle comunità ecclesiali che in questi mesi hanno riflettuto a livello locale a partire dall’Instrumentum Laboris» e approvato il tema del Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà dal 22 al 25 settembre 2022 a Matera (“Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale”). Riferendosi allo scenario italiano, monsignor Erio Castellucci, a margine della conferenza stampa, ha detto che «non si può fare politica aggredendo ma ragionando e ponendo sul tavolo delle questioni vere».

Nella sfera politica si deve recuperare «il confronto, anche duro, ma sempre rispettoso delle persone, delle idee altrui». «Il fatto che ci sia una grande disaffezione soprattutto dei giovani alla politica – ha aggiunto – forse si deve anche alla mancanza di prospettive progettuali che vadano oltre al consenso elettorale».

Durante la conferenza stampa, è stato ribadito che la politica non deve dimenticare «chi ha meno risorse» e deve sempre allargare lo sguardo «ai più poveri».

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