«L’improvvisa decisione della Giunta di Stradella sul Sito di interesse nazionale amianto»

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La lettera di Pierangelo Lombardi

È una storia questa che davvero mai avremmo pensato di dover raccontare.

Tutti sappiamo – anche per le cronache giudiziarie di questi giorni – quanto l’amianto, questo killer silenzioso e subdolo, abbia drammaticamente segnato la storia dei nostri territori e di Broni in particolare. Ebbene, proprio per poter affrontare seriamente ed efficacemente la questione ed attingere alle risorse necessarie ad interventi su larga scala, nell’aprile dello scorso anno le Amministrazioni comunali di Broni e di Stradella (sindaci Antonio Riviezzi e Pier Giorgio Maggi) hanno sottoscritto una convenzione per ottenere dal Ministero dell’Ambiente l’estensione del SIN (Sito di interesse nazionale amianto) anche al comune di Stradella, in attesa di successivi e possibili ampliamenti ad altri comuni.

Il SIN di Casale Monferrato, ad esempio, – l’altro centro simbolo della lotta all’amianto – abbraccia ben 28 comuni.

Tutto scontato e a posto, dunque?

Per niente. Lunedì 26 ottobre la Giunta Cantù ha deciso di revocare la richiesta di inserimento del comune di Stradella nel SIN. Per quali ragioni, stando alla delibera di revoca assunta e alle dichiarazioni del sindaco alla stampa? Perché il territorio di Stradella non avrebbe le stesse caratteristiche di Broni; perché, riguardando l’inserimento nel Sito nazionale sia la “componente aria” che la “componente suolo”, ci potrebbero essere ricadute sui prezzi dei terreni e degli immobili e sull’avvio delle pratiche edilizie, ritardando l’avvio dei lavori a causa delle richieste di analisi del terreno da edificare.

Sappiamo ovviamente che la Fibronit era localizzata a Broni, ma sappiamo anche – e tutti dovrebbero sapere – che le fibre di amianto non conoscono confini e non si spaventano di fronte ai cartelli segnaletici. Così come sappiamo, secondo i dati diffusi dall’Azienda Socio-sanitaria, che nel 2019 ci sono stati più morti di mesotelioma a Stradella che a Broni e che a Stradella ci sarebbero più di 80.000 mq. di coperture da rimuovere. Ma evidentemente all’Amministrazione di Stradella più che sfruttare le occasioni offerte a tutela della salute pubblica preoccupano i timori sulle ripercussioni nelle pratiche edilizie –  dovendo garantire l’eventuale bonifica del terreno risultato contaminato – e l’interesse economico dell’imprenditore edile.

Come interpretare diversamente una decisione tanto improvvida, quando sarebbe bastato proseguire su una strada preparata e già ben tracciata?

Pierangelo Lombardi

Alleanza Civica La Torre

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