Mangiarotti: «Sono pronto a candidarmi»

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Nasce “L’altra Broni”. L’ex dirigente comunale invia una lettera a tutti i cittadini e scende in campo dopo il contenzioso legale con l’amministrazione. Aperta la campagna elettorale in vista del 2021

BRONI – Da queste parti è la notizia del momento: la scorsa settimana è stata inviata a tappeto a tutti i cittadini una lettera del neonato gruppo “L’altra Broni”. Contiene un’idea della Broni del futuro che, di fatto, ha l’aspetto di un vero e proprio programma elettorale.

La cosa degna di nota è che a farsi promotore dell’iniziativa non è una persona qualunque, ma Massimo Mangiarotti, 53 anni, residente in città e già direttore generale del Comune quando era sindaco Luigi Paroni. Poi i rapporti si sono guastati, il litigio con l’amministrazione era sfociato in una causa legale e adesso la missiva che suona come una dichiarazione d’intenti. I bronesi si chiedono quali fatti seguiranno all’invio postale che ha ufficiosamente aperto la campagna elettorale (a Broni nel 2021 si voterà per eleggere il primo cittadino). Noi lo abbiamo chiesto direttamente all’interessato in una intervista esclusiva.

Mangiarotti, allora, è sceso in campo?

«Sono una persona umile e refrattaria all’apparire. Partendo dalla analisi ambientale, economica e sociale della Città, mi sono limitato a promuovere “L’altra Broni” in cinque punti».

Che cos’è “L’altra Broni”?

«Per ora è una proposta alternativa rivolta a soddisfare i bisogni effettivi dei Bronesi, portando “il cuore oltre l’ostacolo” attraverso la meraviglia. A breve può diventare un serbatoio di idee per governare la Città e un domani consolidarsi nel laboratorio per i giovani che, maturando consapevolezza, conoscenza e competenza, ambiscono a essere gli Amministratori della Broni del futuro».

Con la lettera inviata a tutti i bronesi ha descritto la sua idea della Broni che vorrebbe: ce la vuole riassumere brevemente?

«Ascoltare e imparare dai bambini per realizzarne i sogni. Occuparsi del benessere dei Bronesi e curare la bellezza della Città. Pensare all’innovazione sostenibile e garantire la partecipazione di tutti. Le proposte sono tutte innovative; mi limito a ricordare le tre che, se realizzate, cambieranno il futuro di Broni: la nuova struttura per i servizi educativi attrezzata per l’educazione all’aperto e l’introduzione della nuova didattica sensibile ai diritti naturali dei bambini; il Parco Pubblico urbano nella “ex Fibronit”; l’abolizione del modello “porta a porta”, ripensando la raccolta differenziata nell’ottica dell’effettivo profitto per i Cittadini virtuosi».

Il suo è un programma molto ambizioso: qualcuno già si sta domandando dove andrà a reperire le risorse per realizzare tutti i progetti che ha elencato…

«Nel decennio 2006-2016, grazie all’impegno e alla passione del sottoscritto e non per merito degli Amministratori, Broni ha beneficiato di 35 milioni di investimenti pubblici senza che i Bronesi avessero oneri a carico. Nell’ultimo quinquennio il Sindaco ha continuato a utilizzare i finanziamenti già ottenuti senza conseguirne dei nuovi. Nei prossimi anni le risorse aumenteranno con la programmazione sovraordinata. A livello comunale è indispensabile una progettualità adeguata per accedere ai nuovi finanziamenti e una competenza elevata per allocare le risorse raggiungendo i massimi benefici. Il programma ambizioso è il punto di partenza, che, attraverso l’oculata amministrazione, dovremo declinare in obiettivi concreti e realizzabili nel mandato».

Perché questa volontà di impegnarsi per Broni? Non è che nasconde anche un sentimento di rivalsa dopo il noto contenzioso che ha avuto con il Comune?

«La sentenza, passata in giudicato, ha stabilito “l’illegittimità” del comportamento degli Amministratori (compreso l’attuale Sindaco) e ha “condannato” il datore di lavoro (ovvero l’attuale Sindaco) a riassegnarmi l’incarico dirigenziale di direttore operativo. Se fossi un vendicativo sarei ritornato a organizzare la ritorsione. Al contrario sono preoccupato per la Città non governata come merita, senza il ricambio della classe politica e dove la retropia pervade le scelte amministrative».

Nella sua lettera parla di “plutocrazie dell’Oltrepò pavese”: si spieghi meglio.

«Mia mamma mi diceva sempre: “ricordati che i soldi fanno venire la vista agli orbi”. Le plutocrazie dell’Oltrepò pavese orientale (l’aggettivo è imprescindibile) sono coloro che, citando Alessandro Manzoni, “anche nelle maggiori strettezze, i danari del pubblico si (li) trovan sempre, per impiegarli a sproposito”. Per il bene dei Cittadini e della Città i plutocrati devono restare a debita distanza dai “danari del pubblico”».

Adesso che ha lanciato il sasso, non può nascondere la mano: sarà lei a candidarsi a sindaco della città? Oppure proporrà qualcuno al posto suo? E chi?

«Non dobbiamo confondere il fine con il mezzo. La candidatura a Sindaco di Broni non è il fine bensì il mezzo. “L’altra Broni” è un’idea lungimirante per la Città che comprende sia la meta sia la mappa dei prossimi lustri. Se i Bronesi condividessero la proposta e ritenessero la mia candidatura a Sindaco utile per realizzare il programma, mi metterei subito all’opera».

Dicono che a Broni lei abbia più nemici che amici: è vero?

«Gli amici si scelgono, i nemici arrivano senza cercarli. L’importante è la consapevolezza nell’accezione fatta dall’uomo che ha inventato il presente: Federico Faggin. So di essere intollerante all’incompetenza inconsapevole e di abusare della pazienza cognitiva. Rimando gli approfondimenti al libro “Della gentilezza e del coraggio” di Gianrico Carofiglio. Buona lettura a tutti».

Matteo Colombo

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