L’amore non è bello…

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

Anni fa notammo su un social l’immagine di una ragazzina strepitante e capricciosa con accanto la madre che, tenendosi il viso tra le mani, esclamava disperata: «Se pensi sia difficile essere un’adolescente, prova ad essere sua madre!». All’epoca ne ridemmo, con quella incantata illusione che determina i rapporti affettivi: «A noi non capiterà mai». Prontamente fummo smentite nei periodi a venire, in un crescendo di confronti, contrasti, recriminazioni, riappacificazioni che ci fanno costantemente viaggiare sulle montagne russe e certamente non appiattiscono il rapporto in una quieta ma noiosa routine.

I casus belli possono essere di variegata natura e, per noi, riguardano non tanto la regolamentazione degli orari di rientro dalle uscite serali o la coercizione a svolgere coscienziosamente tutto ciò che rientra nella sfera scolastica, quanto prosaici aspetti della vita quotidiana. Il fatto di essere, per ovvi motivi di organizzazione familiare, in un rapporto tête-à-têteper molte ore al giorno, conduce inevitabilmente a scaramucce frequenti ma non gravi, che spesso ricordano gli scheck televisivi di Sandra e Raimondo.

«Puoi andare a ritirare i miei jeans che sono ad accorciare? Io non riesco, devo studiare, non posso uscire» «Ho capito solo “jeans”: perché quando parli con me non ti giri e mi guardi, invece di pigolare a bassa voce?» «Sto studiando! Se sei rimbambita non è colpa mia, tutti quelli con cui parlo mi capiscono benissimo, solo tu ti lamenti che biascico e che non senti! È ora di passare ad Amplifon!» «Molto bene, se io sono rimbambita facciamo una bella cosa: non parlarmi più, così il problema è risolto. Avvisami con un gesto quando è ora che ti accompagni ad allenamento.» E ognuna si ritira nella propria area di competenza. È evidente che, non abitando nella reggia di Venaria, capita di incrociarsi, ma si tiene fede all’accordo di non belligeranza e il mutismo regna sovrano. All’ora di cena la situazione permane immutata: il silenzio glaciale viene infranto dal «c’è nessuno?» della parte maschile della famiglia che varca la soglia, illudendosi di trovare un tranquillo e idilliaco focolare domestico, sogno prontamente infranto dopo pochi minuti di permanenza in casa. «Ma possibile che siete sempre come cane e gatto? Si può sapere cos’è successo questa volta? Su, datevi la mano e fate pacetta, che si possa almeno cenare senza battaglie in corso!» Diffidenti, ci scambiamo uno sguardo torvo e la distanza tra le nostre mani pare la stessa che divide Putin e Macron al tavolo delle trattative sulla questione ucraina ma, infine, l’armistizio viene siglato, almeno fino alla prossima occasione che, ne siamo certe, non tarderà a presentarsi.

Del resto se per le coppie vale il detto “l’amore non è bello se non è litigarello”, si potrà traslare anche nei rapporti tra madri e figlie?

silviamalaspina@libero.it

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