La forza dei sogni per essere campioni nella vita

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L’evento promosso da Carabinieri e Derthona Basket. Invitati il sindaco Chiodi e Mons. Marini

TORTONA – “Lo sport come arma per superare i limiti e raggiungere i propri sogni”: a questo importante tema è stato dedicato l’evento che si è svolto venerdì 22 marzo alla Cittadella dello Sport di Tortona, presentato dalla giornalista tortonese Sonia Bedeschi. All’iniziativa proposta dall’Arma dei Carabinieri, con il patrocinio del Comune di Tortona e la collaborazione della nuova grande struttura sportiva che il gruppo Gavio sta costruendo come casa del Derthona Basket e dello sport, erano presenti oltre 300 giovani della Polisportiva Derthona e delle società sportive del territorio, che, sulle gradinate della nuova palestra, hanno ascoltato storie di coetanei che, grazie all’attività sportiva, sono stati capaci di trovare “un proprio posto nel mondo”. Il comandante dei Carabinieri della Compagnia di Tortona, il capitano Domenico Lavigna, da sempre sensibile ai temi legati all’educazione giovanile, ha incentrato il messaggio sulle tre “I” dello sport, cioè la capacità di portare “integrazione, inserimento, inclusione”. «In un momento di disorientamento in cui può succedere di perdere la fiducia in se stessi e nei propri sogni, – ha detto Lavigna l’Arma dei Carabinieri è in campo per dare forza e sostegno alle nuove generazioni». È molto importante, secondo il capitano, «porre attenzioni a situazioni di disagio che i ragazzi possono provare, sia esso in ambito scolastico, familiare o sociale, da cui possono discendere atteggiamenti che inizialmente paiono non preoccupare, come iniziare a fumare o commettere vandalismi senza motivo e che poi arrivano alla devianza, alla dipendenza da droga, alcool, web, gioco d’azzardo, fino a porsi fuori dalla legalità. Approfondendo le motivazioni che spingono i ragazzi a collocarsi ai margini della società si riesce a recuperare soggetti che un tempo si liquidavano come semplici delinquenti. E lo sport è un fattore primario in questo senso». All’appuntamento erano presenti il sindaco Federico Chiodi, una delegazione della Questura di Alessandria, il comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Massimiliano Rocco e Ferencz Bartocci, amministratore delegato del Derthona basket e di Gestione Cittadella. «Con le nostre società sportive operiamo quotidianamente per combattere il disagio giovanile e soltanto unendo le nostre forze – ha dichiarato Bartocci potremo dare un futuro ai tanti giovani che oggi si mettono in forte discussione. Questa struttura diventerà sempre più un luogo di aggregazione per i giovani. Stiamo predisponendo anche spazi dedicati allo studio in modo che possano trascorrere qui il loro tempo coniugando scuola e sport». La platea ha ascoltato le esperienze di tre atleti nazionali del gruppo sportivo dei Carabinieri: Ottaviano Iuliano, Great Nnacchi, Giovanna Selva. Con loro hanno parlato anche altri giovani atleti tortonesi di varie discipline: Silvia Canape (Derthona Atletica), Alice Scarabelli (ex Derthona Nuoto) e Giorgia Susani (Derthona Nuoto), atleta paralimpica che, grazie allo sport, ha detto di aver trovato il suo posto nel mondo e, infine, Ivan Fenech (Derthona Combat), il quale ha raccontato la sua testimonianza del tempo trascorso presso una comunità in affido, dove, grazie agli educatori, ha maturato una nuova passione per lo sport: «Prima stavo tutto il giorno con il telefono in mano a fare nulla, ora ho qualcosa a cui appassionarmi e ho anche trovato lavoro». Anche il vescovo Mons. Guido Marini è stato invitato alla manifestazione e nel suo intervento, che ha riscosso un caloroso applauso da parte di tutti i ragazzi, dopo aver raccontato della sua passione per lo sport e delle sue esperienze giovanili nel fioretto e nel tennis, nei quali ha raggiunto notevoli risultati, ha poi citato due e- pisodi accaduti uno al tennista Jannik Sinner e uno al ciclista Jonas Vingegaard. Sinner ha recentemente augurato al suo avversario Daniil Medvedev di poter vincere in futuro anche lui gli Open di Australia, un atteggiamento che espri- me la grandezza di un vero campione «non solo dello sport ma della vita». Vingegaard, invece, durante il Tour de France del 2022, in una tappa nella quale era testa a testa con Tadej Pogagar, quando si è accorto che questi era caduto ha rallentato per permettergli di raggiungerlo. Prendendo spunto dai due grandi sportivi, il vescovo ha augurato ai giovani di essere come loro, non solo campioni nelle discipline agonistiche ma soprattutto nella vita. «Io, come tutti voi, ho avuto molti campioni di riferimento e ne ho ancora molti, – ha aggiunto – ma ne ho incontrato uno che amo più di tutti gli altri: Gesù. Il campione dei campioni ha vinto la grande gara della vita, perché ha vinto la sfida sul peccato e sulla morte e ha vinto la vita anche per me. Spero che anche voi, attraverso lo sport, lo possiate incontrare e amare come l’ho amato io». Il capitano Lavigna, salutando e ringraziando tutti gli ospiti, ha concluso sottolineando quanto lo sport sia fondamentale per dare speranza e futuro ai giovani, soprattutto quando sono in difficoltà.

Stefano Brocchetti

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