Il Club del Libro: letture con i detenuti

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Nei giorni scorsi si è tenuta la prima presentazione letteraria nell’ambito dell’iniziativa “Il Club del Libro” presso la casa circondariale di Voghera.

Si tratta di una proposta nata dalla collaborazione tra Nicola Affronti e Camilla Sernagiotto, impegnati in progetti culturali e di volontariato nel carcere vogherese. Rispettivamente consigliere comunale e vice presidente del Circolo Culturale “Il Vogherese” (Affronti) e giornalista e scrittrice (Sernagiotto), i due hanno deciso di fondare un club del libro che coinvolga sia la popolazione detenuta sia quella di Voghera. L’iniziativa è stata sposata con entusiasmo e grande coinvolgimento da Davide Pisapia, direttore della Casa Circondariale di Voghera, e da Adele Ianneo, funzionario giuridico pedagogico del carcere.

Il primo libro letto, discusso e presentato è stato quello di Angela Megassini, dal titolo Volevo fare la deejay. Storie di campagna e di musica. Nota manager musicale e personaggio culturale della città di Voghera, il nome di quella che tutti conoscono come “Angelina” è famoso anche per via del suo illustre marito: l’armonicista vogherese Fabrizio Poggi. Presente all’evento nel carcere anche Poggi, che ha poi offerto un intervento musicale molto commovente, suonando con l’armonica Amazing Grace.

«Quella del “Club del Libro” è una bella iniziativa – ha detto Affronti – che io e Camilla Sernagiotto abbiamo voluto proporre alla Direzione della casa circondariale di Voghera, che l’ha accolta con grande entusiasmo. Prima di ogni incontro, vengono donate alla biblioteca della casa circondariale delle copie del libro da presentare per far sì che i detenuti possano leggere l’opera. Nel primo incontro con Angela Megassini si è creato un bellissimo dibattito che ha commosso sia gli ospiti della struttura sia l’autrice sia noi relatori. Questa sarà la prima di una serie di incontri all’interno di una realtà vogherese molto importante; una ripresa post-Covid delle attività di volontariato che io e Camilla facciamo ormai da più di dieci anni all’interno della casa circondariale di Voghera, che hanno sempre riscosso una grande partecipazione».

«A un certo punto non mi sono più sentito in un luogo con le sbarre alle finestre, le porte chiuse a chiave, in un carcere luogo di sofferenza ed espiazione, ma in una enorme stanza con porte e finestre spalancate dove le persone si incontrano, si relazionano, si raccontano storie e cercano ciò che ogni essere umano desidera nella propria vita e nei momenti più duri: un pezzettino, anche piccolo, di felicità» – ha concluso Poggi.

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