Dare casa al futuro. Le parole coraggiose del Sinodo dei giovani

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I nostri ragazzi hanno partecipato al convegno della Pastorale giovanile in Sicilia

TERRASINI – Dal 29 aprile al 2 maggio si è svolto a Terrasini, in provincia di Palermo, il XVI Convegno nazionale di pastorale giovanile, sul tema “Dare casa al futuro. Le parole coraggiose del Sinodo dei giovani”. Un appuntamento quasi “da record”, con la presenza di 800 persone da tutta Italia: un numero, ha sottolineato in apertura don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, che esprime “la volontà di ritrovarsi, di condividere e trovare insieme nuove strade, nuove soluzioni”. Al convegno hanno partecipato 7 giovani (Nicholas, Pietro, Rachele, Michela, Antonella, Tiziana e Giuseppe) del Servizio per la Pastorale Giovanile della Diocesi di Tortona, accompagnati dal responsabile diocesano don Cristiano Orezzi. Don Falabretti ha spiegato che questo appuntamento è giunto in un momento particolare, al termine del decennio dedicato dai vescovi italiani al tema dell’educazione. E pochi mesi dopo il Sinodo che in qualche modo ha ripreso tutto questo cammino e l’ha rilanciato in una chiave nuova. “La pastorale giovanile – ha detto don Falabretti – ha sempre la necessità di comunicare qualcosa a coloro che vengono al mondo aiutandoli a trovare la propria strada. L’unica cosa che non deve mancare è la passione, la stessa passione che Dio coltiva nel proprio cuore per l’uomo”.

 

Una nuova esperienza. Il XVI Convegno Nazionale delle Pastorali Giovanili ha messo un po’ di chiarezza e un rinforzo di speranza alla nostra fede che negli ultimi anni sta andando in declino, in una società sempre più superficiale e materialista. Molti sono stati gli ospiti che hanno dato la loro parola per uscire da questo “limbo” in cui la Chiesa sembra essere succube. Parole di coraggio, di consapevolezza e di critica anche. Riflessioni, tante e lunghe, per riuscire a trovare una soluzione ai problemi che la dottrina non riesce ad affrontare, tra cui il grande scontro: giovani e Chiesa. “Bisogna essere seri nel piccolo per esserlo nel grande” una frase che fa riecheggiare la voce del filosofo Silvano Petrosini che mette in guardia gli 800 partecipanti al convegno. Dio non vuole dei “doppioni”. In questa vita ci viene richiesto di completare il nostro progetto, non quello degli altri.

Il nostro obbiettivo è coltivare i nostri talenti e mostrarci agli altri per quello che siamo e non copiare le immagini delle persone che ci stanno attorno. Non esiste la sconfitta dell’uomo, essa è soltanto la nostra evoluzione. Solo la perdita può determinare il continuo evolversi della società. Dagli errori si può e si deve imparare. Ho avuto la fortuna di parlare anche a quattrocchi con Sorella Alessandra Smerelli. Che mi ha “gonfiato” una delle mie tante critiche: l’assenza dei giovani a questo convegno, con un’età media abbastanza elevata. Quello che ha detto rispecchia anche il mio sogno in qualche modo. “Vorrei vedere a questi convegni non solo adulti e anziani che discutono ma anche dei ragazzi giovani per avere anche la loro opinione, per dar voce anche a coloro che sono al centro delle discussioni, per avere una visione generale di tutto”. Parole che mi hanno dato speranza. Una speranza di vedere un giorno la società passata e futura insieme collaborare per trovare una soluzione. Il convegno si è alla fine concluso con le direttive, esposte da don Michele, per riuscire a risollevare questa situazione un po’ delicata. “La Chiesa deve avere pazienza.” Un po’ tutti forse dovremmo averne una dose, per riuscire a vivere e a lavorare bene. La Chiesa non deve demordere ma neanche essere frettolosa nei progetti che ha.

Non deve imporsi ma neanche abbandonare ciò che negli anni è stato costruito. Abbiamo bisogno di evolverci, la Chiesa ha bisogno di evolversi e di stare al passo con il tempo e con le generazioni che al giorno d’oggi stanno galoppando verso un futuro che sta diventando giorno dopo giorno sempre più superficiale e incerto.

Nicholas

Dal XVI Convegno mi porto a casa un bagaglio di intuizioni, emozioni e sorrisi pieni. Intuizioni: accese durante l’ascolto del pensiero di personaggi autorevoli del calibro di Frère Alois Löser, Priore di Taizé e del filosofo Silvano Petrosino, solo per fare degli esempi. Emozioni: vissute nella contemplazione dei mosaici della cattedrale di Monreale durante la veglia presieduta dal Card. Gualtiero Bassetti le quali hanno dato la viva sensazione della vicinanza del cielo alla terra. Sorrisi pieni: scambiati nelle tavolate tra le varie equipe diocesane confermando la vivacità e la fantasia messa in campo nel variopinto quadro d’Italia. “Dare casa al futuro”, la grande sfida che ci attende offrendo così non solo formazione a periodi, come i Grest o le vacanze estive, ma anche l’instaurazione di un rapporto quotidiano con i ragazzi. Alcune delle nostre realtà già lo fanno, altre chiedono aiuto; abbiamo quindi, come Pastorale Giovanile, il dovere di ascoltarle.

Pietro

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