Conoscere se stessi al di là del naso

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11 detenuti della Casa circondariale di Voghera hanno scritto un’antologia di racconti ispirati alla favola di Pinocchio. Il progetto è stato seguito da Antonella Strazzari e Andrea Astuto

L’anno scorso, l’allora direttrice della Casa circondariale di Voghera, Stefania Mussio, con la tenace collaborazione di Fortunata Di Tullio e Adele Ianneo, ha fatto partire un interessante progetto che ha portato alla nascita di Al di là del naso – Noi di Pinocchio, un piccolo ma prezioso libro presentato lo scorso 7 luglio a Tortona, presso la libreria “Namastè”.

Il progetto ha coinvolto 11 detenuti che hanno iniziato un percorso, durato alcuni mesi, alla scoperta della scrittura creativa e dell’illustrazione.

Antonella Strazzari, docente di Italiano e Andrea Astuto, illustratore professionista, hanno insegnato le tecniche base di scrittura e disegno ai detenuti che non si erano mai dedicati a simili attività. Il risultato raggiunto è stato davvero notevole come si può notare sfogliando le pagine del volume, dove i delicati colori pastelli catturano subito lo sguardo del lettore. Molto importante è stato il lavoro per la creazione del gruppo, all’inizio abbastanza disomogeneo perché formato da persone con età e provenienze diverse, e per l’individuazione di un obiettivo comune. Sono 11 i racconti contenuti nel libro, ciascuno accompagnato da un’illustrazione e ogni autore si è impegnato in entrambe le arti.

Il fil rouge della composizione è stata la favola di Pinocchio che i detenuti hanno potuto leggere e scoprire anche nella versione cinematografica. Come ha evidenziato Anna Lavatelli, affermata scrittrice per bambini che ha curato l’introduzione, il capolavoro di Collodi “si è dimostrato il terreno perfetto per questa esperienza letteraria, che Gianni Rodari avrebbe battezzato come esercizio creativo. Modificare le vicende individuali che popolano l’opera, immaginarne i precedenti o inventare altri eventi possibili, non implica soltanto un impegno creativo: per strade misteriose questo esercizio si trasforma nell’esplorazione del sé, attraverso la metafora narrativa”.

Pinocchio è stato scelto perché, a partire dal naso, è un personaggio che invita ad andare oltre i pregiudizi e a scommettere che si possa fare qualcosa di buono.

I racconti hanno come protagonisti gli animali (uccellino, grillo, gatto, volpe, lumaca, conigli neri, corvo, orango, colombo, balena e tonno) presenti nella favola di Collodi, che rivivono nella fantasia degli autori.

“Le storie – ha scritto Antonella Strazzari – sono nate dalle anime imperfette di adulti: sono semplici ma vere perché parlano la nostra lingua, si srotolano nei nostri luoghi del cuore, esprimono le nostre nostalgie e i nostri ricordi, trasfigurati attraverso le voci degli animali, le straordinarie creature nate dalla fantasia di Collodi”. L’idea dell’illustratore è stata quella di far diventare le lettere dell’alfabeto le protagoniste del lavoro.

“Questo ha fatto sì – ha dichiarato Astuto – che non si perdesse la rotta e che l’equipaggio disorientato riacquistasse fiducia.

Il suggerimento ha permesso di vedere una banale lettera non so-

lo come un segno, ma come un vero e proprio disegno, degno di cura e attenzione”. Ad Antonella Trevisan il merito di aver donato una piacevole veste grafica all’opera, stampata dalla tipografia “Luigi Ponzio” di Pavia. Le attività del carcere – pandemia permettendo – ora proseguiranno e sono già stati avviati nuovi progetti con l’attuale direttore Davide Pisapia, per stimolare sempre più riflessioni costruttive.

Al di là del naso si può trovare presso la libreria “Namastè” contribuendo con un’offerta libera, raccolta dai volontari.

Daniela Catalano

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