Un coro di no contro l’eolico

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Ambiente e territorio. Torna di attualità l’ipotesi di un parco tra le province di Alessandria e Pavia ma sindaci e amministratori si stanno opponendo

DI MARCO REZZANI

Continua a tenere banco e a far discutere sui crinali delle nostre valli, tra le province di Alessandria e Pavia, la questione del parco eolico nei comuni di Albera Ligure, Cabella Ligure, Fabbrica Curone e Santa Margherita di Staffora. Un progetto da 120 milioni di euro con la previsione di installare lungo il crinale che va dal Giarolo fino alla valle Staffora una ventina di pale eoliche alte oltre 200 metri.

L’idea, già presentata circa dieci anni fa, messa poi da parte per le proteste dei territori interessati e per i ricorsi al Tar, è stata oggi riproposta al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica dalla società “Quindici Più Energia” di Breno, in provincia di Brescia. E da subito ha destato perplessità negli enti locali interessati, come pure nelle fila delle associazioni ambientaliste. Tutti preoccupati per l’impatto ambientale che la realizzazione del parco potrebbe avere.

Le venti torri fisicamente dovrebbero insistere, seppur per poche decine di metri, in territorio piemontese, ma si affacceranno sul versante pavese, tra Santa Margherita, Pian del Poggio e Monte Chiappo, visibili quindi anche da altre località dell’Oltrepò montano.

Sabato scorso, 13 gennaio, presso la sala “Soms” di San Sebastiano Curone in molti hanno partecipato al convegno sul tema “Impianto eolico Monte Giarolo. Perché no”, promosso dal Comitato per il territorio delle Quattro Province. Tra gli altri sono intervenuti la biologa Laura Gola che ha posto l’accento sull’importanza della tutela degli habitat naturali e della presenza, nel sito dove verrebbe installato l’impianto, di specie animali e vegetali di grande rilievo, mentre la guida naturalistica Irene Zembo ha parlato della fragilità del territorio, attraversato da numerosi sentieri per i quali le istituzioni competenti hanno già previsto investimenti di riqualificazione.

Il presidente del Comitato, Giuseppe Raggi, ha relazionato sull’impianto e sulle lacune che presenterebbe.

A San Sebastiano c’era anche il presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino che ha ricostruito quanto messo in campo dalla Provincia e dai Comuni coinvolti, confermando l’impegno a continuare sulla linea di un fermo contrasto. Nei giorni scorsi aveva chiarito la posizione della Provincia e delle Municipalità interessate: «Esprimiamo la nostra totale contrarietà al progetto improponibile dal punto di vista ambientale e in contrasto con le politiche di sviluppo territoriale, basato su una forma di turismo lento e sostenibile, in linea con quanto previsto dalle strategie delle Aree Interne nonché dalle iniziative di sviluppo rurale avviate sul territorio».

Anche dal fronte pavese non erano mancate nelle scorse settimane chiare prese di posizione. A iniziare dal presidente della Provincia di Pavia e numero uno della Comunità Montana dell’Oltrepò pavese Giovanni Palli che aveva dichiarato che «in seguito all’analisi del progetto raccolgo l’unanime voce di tutti gli attori dell’Appennino delle 4 Province che questo progetto, oggi come oltre 10 anni fa, danneggerebbe il nostro territorio e non può essere accettato da nessun costruttore di futuro come sono i tanti amministratori locali della provincia di Alessandria e di Pavia. La transizione energetica verso fonti rinnovabili è un obbiettivo fondamentale, ma deve essere affrontata nel rispetto dei territori e dei principi minimi della tutela e sostenibilità ambientale, elementi chiave del percorso di sviluppo territoriale nel solco delle strategie delle Aree Interne e delle numerose iniziative di sviluppo turistico in corso nell’Appennino Lombardo».

Gli aveva fatto eco il sindaco di Santa Margherita di Staffora Andrea Gandolfi: «Contrari, contrarissimi. Un progetto irricevibile. Fermo restando che siamo favorevoli all’energia green, ci mancherebbe, non è danneggiando il territorio che si risolvono i problemi ambientali. Insieme agli altri Comuni ed enti coinvolti forniremo i nostri pareri, faremo le nostre osservazioni. Resta il fatto che siamo di fronte a un impatto devastante sotto il profilo paesaggistico e ambientale. Siamo l’unico Comune lombardo coinvolto, perché le torri saranno a pochi metri dal confine del nostro territorio, ma si vedranno anche dal Brallo, per fare solo un esempio. E non dico della Via del Sale: qui il danno sarà anche turistico, da un lato, e ambientale, dall’altro, visto che dovranno costruire strade e far passare camion».

Preoccupazione è stata espressa da Vincenzo Caprile, presidente dell’Unione terre Alte e sindaco di San Sebastiano Curone, da Legambiente e dal Cai Liguria e Piemonte.

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