“Terre d’Oltrepò”: tutti assolti

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È uscita la sentenza per i 32 viticoltori oltrepadani coinvolti nel primo filone dell’inchiesta sulla presunta adulterazione del Pinot grigio

BRONI – «Non parteciparono alla frode del Pinot». Sono stati tutti assolti, perché «il fatto non sussiste», i 32 viticoltori oltrepadani che erano coinvolti nel primo filone dell’inchiesta Terre d’Oltrepò sulla presunta adulterazione del Pinot grigio. Agli imputati erano stati contestati i reati di frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine oltre che altri di natura fiscale. Mentre l’accusa, rappresentata dal procuratore Paolo Mazza, aveva chiesto condanne per tutti, i viticoltori si erano sempre proclamati innocenti, anzi, si erano detti vittime del sistema fraudolento che sarebbe stato messo in piedi dalla cantina di Broni tra il 2013 e il 2014. E, alla fine, dopo anni dalle contestazioni (i 300 avvisi di garanzia erano partiti nel 2016) e a circa un anno dall’avvio del processo, è arrivata l’assoluzione con formula piena per i 32 viticoltori. La sentenza è stata pronunciata dal collegio presieduto dalla giudice Daniela Garlaschelli. Il proscioglimento è scattato per Pier Luigi Casella, 66 anni ex presidente, e poi gli ex membri del cda Michele Campagnoli, 41 anni; Mario Pastore, 63 anni; Fabio Marchesi, 46 anni; Marco Orlandi, 45 anni; Filippo Nevelli, 53 anni. Assolti anche i soci: Alessio Cagnoni, 44 anni; Marco Figini, 47 anni; Enrico Comaschi, 43 anni; Massimo Crevani, 45 anni; Maurizio Piaggi, 55 anni; Laura Bozzi, 55 anni; Fabrizio Gatti, 64 anni; Elisio Comaschi, 86 anni; Marco Como, 49 anni; Cristiano Forlino, 44 anni; Carlo Saviotti, 61 anni; Andrea Cristina, 52 anni; Angelo Carlo Ferrari, 54 anni; Giovanni Alessandro Ferrari, 39 anni; Enrico Maggi, 66 anni; Gabriele Marchesi, 51 anni; Fabrizio Parentela, 60 anni; Enzo Piaggi, 75 anni; Paola Reposi, 42 anni; Paolo Sisti, 57 anni; Emanuele Saviotti, 44 anni; Stefano Saviotti, 31 anni; Maurizio Vercesi, 74 anni; Matteo Vitali, 37 anni; Claudia Zanotti, 42 anni; Piera Dall’Occhio, 65 anni. Il processo di appello relativo all’inchiesta si era chiuso, invece, nell’inverno dello scorso anno con condanne e patteggiamenti degli allora vertici della cantina sociale: l’ex direttore Livio Cagnoni, condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi, ha patteggiato ottenendo una pena (sospesa) di 2 anni. All’ex segretaria amministrativa Piera Carla Germani, condannata a 4 anni in primo grado, sono stati inflitti 1 anno e otto mesi. Il mediatore Danilo Dacarro è passato da 24 a 10 mesi, mentre il conferitore Diego Faravelli, che doveva rispondere di un reato fiscale e frode in commercio, ha patteggiato 8 mesi. Hanno patteggiato anche 200 conferitori su 297 indagati.

o.m.

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