Svolta a “Torrevilla”: vini pagati a ettaro

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E a “Terre d’Oltrepò” contratto di solidarietà per i 68 dipendenti

TORRAZZA COSTE – Cambia la modalità di pagamento delle uve top a “Torrevilla”, mentre a “Terre d’Oltrepò” la dirigenza propone il contratto di solidarietà ai suoi 68 dipendenti.

Svolta alla “Torrevilla Viticoltori Associati” di Torrazza Coste e Codevilla: dalla prossima vendemmia il Gruppo, guidato dal presidente Massimo Barbieri, pagherà le uve per gli spumanti e i vini top di gamma della linea “La Genisia” non più a quintale, ma ad ettaro (fino a 10.000 euro ad ettaro, il doppio dei prezzi attuali). I soci coinvolti nel progetto dovranno seguire precisi criteri di produzione, stabiliti dal team di agronomi della cantina, per quanto riguarda potature, diradamento e utilizzo della concimazione organica in sostituzione dell’uso di sostanze chimiche. «La stretta collaborazione tra la cantina e i conferitori è ciò che ha permesso a Torrevilla di diventare leader nel territorio oltrepadano e il progetto “La Genisia” andrà a implementare sempre di più questo rapporto. – spiega Barbieri – Siamo felici di ripartire dopo le difficoltà legate alla pandemia e lavoreremo con l’obiettivo di promuovere un approccio agronomico migliorativo del lavoro in vigna, che verrà realizzato già alla prossima vendemmia. Il rapporto con i soci è in costante crescita, parte di una pianificazione lungimirante che vede coinvolta in particolare la nostra selezione “La Genisia” e che vuole portare ogni terreno a esprimersi al pieno delle sue potenzialità».

La cantina “Terre d’Oltrepò” di Broni, invece, deve fare i conti con l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, il calo della produzione dell’ultima vendemmia, che avrà riflessi negativi sul bilancio 2023, la chiusura in lieve perdita del bilancio annuale a causa degli effetti della pandemia: per questo, la dirigenza della cooperativa oltrepadana ha avviato un confronto con i sindacati per introdurre il contratto di solidarietà per i 68 dipendenti per evitare la procedura di licenziamento collettivo. «Nello spirito cooperativo che caratterizza la cantina abbiamo voluto trovare una formula che tutelasse i dipendenti, utilizzando un ammortizzatore sociale conservativo che preservi le professionalità esistenti. – spiega il presidente di “Terre”, Enrico Bardone – La nuova dirigenza, molto motivata e consapevole della necessità di un recupero rapido della redditività, vuole puntare all’incremento della commercializzazione dei vini in bottiglia e del rilancio dei marchi storici e tramite questo offrire ai soci una giusta remunerazione delle uve da loro conferite».

Oliviero Maggi

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