L’ultimo saluto a Daniela Gavio

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Sabato scorso a Castelnuovo i funerali dell’imprenditrice ai vertici del Gruppo di famiglia

Castelnuovo Scrivia – L’intero paese si è unito al dolore della famiglia Gavio, colpita dalla perdita di Daniela, una donna che, com’è stato ricordato durante il funerale, “ha tracciato un solco e ha dato un’identità al Gruppo” di cui tutti i castelnovesi sono orgogliosi. Primogenita di Marcellino che, con il fratello Pietro aveva fondato quello che sarebbe diventato un colosso nel settore delle costruzioni e della logistica, Daniela era laureata in Medicina con una specializzazione in Chirurgia.

Nella sua vita è stata una manager di successo e ha ricoperto numerosi incarichi nei consigli di amministrazione di diverse società del gruppo. La sua cifra distintiva era l’ironia. Ammalata da qualche tempo, è morta all’età di 64 anni, con accanto le persone a lei più care.

Sabato scorso, l’ultimo saluto nell’Insigne Collegiata dei Santi Pietro e Paolo di Castelnuovo Scrivia, suo paese natale.

«Allegra, pungente, vivace, briosa, fuori dagli schemi: Daniela è stata un punto di riferimento per la sua famiglia e per i suoi dipendenti, non solo dal punto di vista aziendale. Aveva la capacità di “leggere l’umano oltre il ruolo” e aveva il suo bel carattere»: così l’ha ricordata il sacerdote orionino don Pietro Sacchi, parroco di San Pietro a Voghera, che ha celebrato le esequie insieme al parroco di Castelnuovo, don Paolo Caorsi, a don Ivo Piccinini, parroco di San Michele ad Alessandria e a padre Francesco, frate originario di Voghera e amico della famiglia Ga- vio, arrivato da Roma.

«Oggi mi sento tra amici – ha proseguito don Pietro – e posso raccontarvi di lei, del suo volontariato in ospedale, del suo impegno in molte associazioni solidali.

Con Daniela si parlava spesso di poveri, di situazioni difficili».

Donna manager tutta d’un pezzo, adorava i suoi nipoti. Faceva parte dell’assemblea del Comitato “Tortona per l’ospedale” e «proprio grazie alla preparazione medica, – come ha ricordato il sindaco di Tortona Federico Chiodi, Daniela durante la fase più drammatica della pandemia ha aiutato a spendere saggiamente le ingenti som- me che erano state raccolte a favore dei medici, degli infermieri e dei pazienti del nostro ospedale».

L’imprenditrice non era una persona che ostentava il suo status; la riservatezza era una caratteristica che ha accompagnato tutta la sua esistenza, così come per il fratello Beniamino, a lei profondamente legato e promotore con lei di generose azioni sociali per il territorio, con l’intento di “fare” più che di “apparire”.

Don Sacchi, nel tratteggiare con sapiente e affettuosa sintesi, il profilo di Daniela, ha citato anche le parole di san Giovanni della Croce: «“Ricordatevi che saremo giudicati sull’amore e non su altro”.

Non sappiamo quanto tempo ci è concesso: usiamolo per creare e donare amore, come ha fatto Daniela».

Alessandra Dellacà

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