Ex “Acerbi”: si va verso la chiusura

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La famiglia Menci non offre soluzioni alternative ai 43 dipendenti che rischiano il posto di lavoro

CASTELNUOVO SCRIVIA – Le rappresentanze sindacali dei lavoratori del gruppo “Menci” (ex Acerbi) di Castelnuovo Scrivia sono in attesa di essere convocati dal prefetto di Alessandria Francesco Zito e di sapere se la discussione relativa alla chiusura dello stabilimento castelnovese possa spostarsi in Regione Piemonte per un eventuale percorso verso gli ammortizzatori sociali.

La proprietà ha, infatti, confermato la decisione di voler interrompere la produzione nel sito locale, spostandola altrove.

Durante l’ultimo incontro tra i sindacati provinciali di Fiom Cgil e Uilm Uil, la Rsu interna, il sindaco di Castelnuovo, Gianni Tagliani e la proprietà, assistita da Confindustria di Arezzo, la famiglia Menci ha ribadito di non avere soluzioni alternative alla chiusura del sito, che dovrebbe avvenire entro la fine del 2022.

È seguito uno sciopero dei dipendenti (43 quelli che resteranno senza lavoro) davanti a una fabbrica che, solo tre anni fa, era stata acquistata con il marchio “Acerbi” dal Gruppo Menci, al fine di dare continuità produttiva: «Adesso invece il futuro è quanto mai incerto e snervante, a maggior ragione – come hanno sottolineato il segretario provinciale Cgil Fiom, Maurizio Cantello, il funzionario provinciale Uil Uilm, Antonio Bordon, e la Rsu aziendale Franco Balduzzi, Stefano Casasco e Maurizio Pitzalis – dopo la richiesta della proprietà di poter proseguire l’attività fino a febbraio per ultimare i veicoli in lavorazione».

Alessandra Dellacà

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