La Caritas mette al centro del suo impegno la “persona”

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A Savona il convegno dei volontari e degli operatori della Regione ecclesiastica ligure. Il racconto della giornata nelle parole di Michela Simoni

SAVONA – Mercoledì 22 marzo presso il Seminario Vescovile si è tenuto il convegno regionale delle Caritas Diocesane della Liguria che ha visto la partecipazione anche della Caritas di Tortona. A raccontare l’esperienza, condivisa con le altre realtà della Regione Ecclesiastica, è stata Michela Simoni, volontaria della Mensa solidale e del Centro di Ascolto di Tortona.

Per me nuova volontaria di Caritas Tortona, è stata una giornata davvero molto ricca… Ho potuto ascoltare le bellissime parole del direttore di Caritas Italiana don Marco Pagniello, semplici ma dirette e profonde. Mi ha ricordato che alla base del mio servizio ci deve essere sempre la Parola di Dio da seguire, vivere e trasmettere. “Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita” (EG 49). con queste parole dell’Enciclica Evangelii Gaudium, don Pagniello ha sottolineato il compito delle Caritas, molto impegnativo, ma anche semplice… basta svolgere il servizio con la gioia del cristiano, avendo attenzione per le persone, sapendo ascoltare e creando una relazione con chi ha bisogno.

Perché il nostro compito non è il dare pasto quotidiano, come nel mio caso per il servizio mensa, ma far diventare quel pasto un pretesto per attivare una comunicazione con chi è in difficoltà. Come spesso ho notato, non ci sono solo persone affamate di pane, ma anche di affetto, di una parola di conforto, di un sorriso e pure di una risata.

Ho avvertito come la “persona” è al centro dell’operato Caritas, soprattutto nei gruppi di lavoro che si sono formati dopo il primo momento di preghiera e riflessione comunitario.

È stato possibile confrontarsi, su tematiche varie con volontari di città diversi e con ruoli diversi, per i quali, però, la priorità comune è il bene di chi si rivolge alla Caritas, che non è un utente ma una persona!

Ho capito come Caritas realizzi aiuti mirati, con l’obiettivo di far crescere la persona e accompagnarla fino a permetterle di ritrovarsi. Ho conosciuto i miei compagni di viaggio – operatori e volontari – ho visto in loro la gioia del fare volontariato… Come la donna straordinaria che presta servizio presso “Villa Ferrari” a Voghera, smettendo per un giorno alla settimana il suo ruolo di moglie e mamma, pronta a percorrere 50 km per aiutare madri e bimbi in difficoltà.

Ho, poi scoperto, come per un’altra volontaria, con la quale condivido il servizio dell’ascolto (fondamentale per tutta l’opera della Caritas) alcune situazioni di difficoltà le diano la forza di poter fare qualcosa in più per aiutare gli altri.

È stata veramente un’esperienza molto formativa, soprattutto per me che ho appena iniziato il mio cammino “in” e “con” Caritas. Mi sono sentita parte di una grande famiglia e che sono in cammino non solo con Caritas Tortona, ma con tutte le Caritas italiane che condividono gli stessi obiettivi.

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