Il Piemonte elimina il ticket sui farmaci

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TORINO – Arrivano buone notizie sul fronte della sanità regionale. Dal 1° marzo, infatti, tutti i piemontesi non dovranno più pagare il ticket sui farmaci. Lo scorso 15 febbraio la Giunta regionale ha deciso di cancellare la quota fissa di compartecipazione farmaceutica a carico dei cittadini non esenti, attualmente 1.100.000, che prevede un costo di 1 o 2 euro per ogni confezione di medicinale. “Il Piemonte diventa una delle prime Regioni italiane ad aver completamente abolito il ticket sui farmaci – sottolineano il presidente della Regione, Sergio Chiamparino (nella foto), e l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta – cancelliamo una tassa sulla salute: un vantaggio per i cittadini che non devono più sostenere un costo, ma anche una riduzione della burocrazia per gli stessi cittadini e per la pubblica amministrazione”. In Italia, attualmente, col Piemonte solo Friuli Venezia Giulia, Marche e Sardegna non prevedono il ticket sui farmaci. L’assessore ha ricordato che “il ticket era stato pensato con l’obiettivo di controllare e calmierare la spesa farmaceutica” ma i dati degli ultimi anni “dicono invece che non esiste alcuna correlazione fra le due cose: la spesa nelle singole Regioni è variata in modo indipendente dall’applicazione dei ticket.. Nei fatti era diventato soltanto una tassa”. Questa operazione “è stata resa possibile – ha puntualizzato Saitta – grazie ai risparmi consistenti ottenuti in questi cinque anni sulla farmaceutica, anche attraverso l’apertura al mercato delle gare di acquisto e l’introduzione della concorrenza, che ci hanno permesso di reinvestire risorse nel sistema sanitario regionale e nella cura dei pazienti”. Nel 2018, grazie ad una migliore gestione, la Regione Piemonte ha ridotto di 27,7 milioni di euro la spesa sulla farmaceutica convenzionata rispetto all’anno precedente.

L’incidenza di questa spesa è stata pari al 6,56% del fondo sanitario regionale, a fronte di una soglia massima fissata a livello ministeriale al 7,96%: un minor costo di circa 116 milioni rispetto al tetto di spesa programmato.

Nel corso degli anni la Regione aveva introdotto una serie di esenzioni in base al reddito e alle patologie, ed era stata eliminata la quota di compartecipazione sui farmaci non coperti da brevetto. Questo ultimo provvedimento in ambito sanitario rappresenta un segnale di buona salute della Re-gione Piemonte, che risulta essere una tra le più virtuose d’Italia in merito alla sanità.

Il Piemonte è la prima delle cinque regioni che il ministero della Salute ha selezionato come “Benchmark” con Umbria seconda, e poi Emilia Romagna, Marche, Veneto e Lombardia al sesto posto. Tre di queste regioni saranno selezionate per fare da riferimento per “i costi standard”, da utilizzare nel riparto del Fondo sanitario 2019.

Le tecniche di benchmarking, in Sanità hanno lo scopo di raggiungere uno standard di eccellenza.

Nella scelta, il ministero della Salute tiene conto di una serie specifica di parametri, dal punteggio della cosiddetta “Griglia Lea” alla spesa farmaceutica, oltre all’efficienza della tenuta dei conti economici. “Essere al primo posto nella graduatoria delle Regioni “Benchmark” è una novità per il Piemonte – commentano Chiamparino e Saitta – e l’indicazione del ministero della Salute rappresenta un riconoscimento del lavoro svolto dalla Giunta. Con il risanamento dei conti e l’uscita dal piano di rientro, il Piemonte è sempre più un punto di riferimento della sanità nazionale”.

 

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