E adesso ci fanno mangiare anche la farina di grillo

Visualizzazioni: 483

Food. Dal 24 gennaio l’Unione europea ha adottato un nuovo regolamento con cui dà l’ok all’immissione in commercio del grillo domestico in polvere. A Torino c’è già il primo panificatore che lo utilizza. Ma Confagricoltura Alessandria pone l’accento sulla qualità dei prodotti italiani

Si chiama Enrico Murdocco ed è di Torino il primo panificatore italiano che utilizzerà la farina di grillo per fare il pane.

La materia prima – la polvere di grillo – per ora proviene dalla Cricket One, una società vietnamita che ha ottenuto l’autorizzazione a produrla per i prossimi anni, mentre in Italia la Italian Cricket Farm, un’azienda con sede a Scalenghe, comune della città metropolitana di Torino, sta attendendo la stessa autorizzazione.

Murdocco ha spiegato sui social che il gusto ricorda molto il sentore della nocciola e che dal punto di vista nutrizionale il prodotto finito è ricco di proteine. Dalle reazioni al suo post su Facebook, però, s’intuisce che l’italiano medio non è ancora pronto a passare dalla cara vecchia farina di cereali o legumi a quella di… grillo.

Anche se, ormai, non dovrà più destare stupore scoprire tra gli ingredienti di un prodotto la presenza di questo simpatico insetto. Dal 24 gennaio scorso, infatti, l’Unione europea ha adottato un nuovo regolamento con cui dà l’ok all’immissione in commercio in tutto il territorio dell’Unione del cosiddetto Acheta domesticus (grillo domestico), “parzialmente sgrassato”, si legge nel documento ufficiale. Il grillo domestico in polvere è perciò incluso nell’elenco dei nuovi alimenti dell’Ue. L’iter di approvazione era iniziato l’8 luglio 2020 da parte della Commissione Europea, che ne aveva chiesto la valutazione all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.

Il 23 marzo 2022 l’Efsa ha adottato un parere scientifico sulla sicurezza della polvere intera parzialmente sgrassata di grillo domestico come nuovo alimento. Si tratta del terzo insetto che ha ottenuto l’ok per il consumo. Nel febbraio 2022 era stata la volta della larva gialla della farina e nel novembre 2021 della locusta migratoria. La polvere di grillo si potrà trovare in molti prodotti tra cui pane, cracker, grissini, barrette ai cereali, biscotti, prodotti secchi, salse, pizza, nei prodotti a base di pasta, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack a base di farina di granturco e nei prodotti a base di cioccolato. Se in Italia c’è ancora molta resistenza, come si deduce da un sondaggio Ixè/Coldiretti per il quale solo il 24% degli italiani è favorevole alla commercializzazione del nuovo prodotto, mentre il 54% è contrario, la pratica nota come “entomofagia”, però, è presente in varie zone del mondo.

L’80% della popolazione mondiale già include regolarmente gli insetti nella propria alimentazione e, come certificato proprio dall’Efsa, non fanno male. Sono oltre 2 mila le specie commestibili con un fatturato in crescita esponenziale, mentre in Europa le specie edibili sono tre: cavallette, larve della farina e grilli.

A Confagricoltura abbiamo chiesto di entrare nel vivo del dibattito su questo tema di attualità, facendo chiarezza sulla questione.

Global Market Insights stima aumenti di oltre il 43,5% del mercato fino a raggiungere un valore di 710 milioni di dollari nel 2024. International Platform of Insects for Food and Feed calcola che più di 6.000 tonnellate di proteine d’insetti sono già prodotte in Europa e, entro il 2030, la crescita del settore potrebbe arrivare a 2-5 milioni di tonnellate l’anno, a seconda del quadro legislativo. Il cibo italiano è universalmente riconosciuto e la questione va affrontata in generale con buon senso.

«La cucina tricolore – evidenzia l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – è un modello anche sostenibile con effetti positivi sotto l’aspetto ambientale e quello economico. La dieta mediterranea, oltre a essere sana, contrasta anche il rischio di insorgenza di patologie croniche come diabete, ipertensione arteriosa e obesità».

«Le innovazioni – dichiara Paola Sacco, presidente di Confagricoltura Alessandria – sono nostre alleate strategiche. Siamo convinti che la nostra ricca cultura alimentare difficilmente perderà spazi di mercato in favore di alimenti a base d’insetti; piuttosto diventa ancora più importante valorizzare le nostre produzioni e sottolineare sempre di più la qualità dei prodotti italiani».

d.c.

Illustrazione di Maurizio Immovilli
Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *