Troppe tasse, le botteghe rischiano di chiudere

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Salgono le lamentele dei negozianti di paese che si sono rivolti al nostro giornale

APPENNINO PAVESE – I negozianti di collina e di montagna chiedono al Governo di poter usufruire di sgravi fiscali per superare le tante difficoltà ed evitare la chiusura. Le cosiddette botteghe di paese non sono solo semplici attività commerciali ma luoghi di incontro e di servizio, soprattutto per i paesi che senza le botteghe, i bar, le vetrine di artigiani sono più poveri.

La questione è tornata di grande attualità dopo l’obbligo imposto ai commercianti dalla Agenzia delle Entrate di acquisto del registratore di cassa telematico. Per tante persone che popolano le colline e i crinali appenninici serve un aiuto da parte dello Stato. «Il titolare di un’attività a Mornico Losana o a Santa Margherita di Staffora non può e non deve pagare le stesse tasse che paga chi ha deciso di investire a Milano, Pavia o Stradella»: questo è ciò che chiedono da anni i piccoli commerciati di collina e montagna.

I negozianti Alessandro Renna
e Hanan Kamal

«Tre anni fa ho aperto a Mornico Losana una forneria che funge anche da negozio di alimentari. – spiega il titolare Alessandro Renna – Avere una bottega in una piccola realtà di collina non è facile. Qui i clienti sono più o meno sempre gli stessi mentre le spese e le tasse ogni anno aumentano. Servirebbero delle agevolazioni per chi esercita in un paese di collina o di montagna. Quest’anno abbiamo dovuto sostenere anche la spesa per l’acquisto di un registratore di cassa telematico per poter emettere gli scontrini elettronici il cui costo è di 600 euro. Per farlo funzionare occorre la connessione internet che ha ulteriori costi aggiuntivi».

Anche a Val di Nizza Simone Rolandi, titolare della piccola azienda “La Valle della Frutta”, aspetta da anni le sperate agevolazioni.

«Ci sono tanti giovani che hanno deciso di investire sul territorio evitando di trasferirsi nelle grandi città. – afferma Simone Rolandi – Non è facile lavorare e vivere qui ma noi ci proviamo. Avremmo però bisogno di un maggiore aiuto da parte dello Stato. Le nostre attività non possono essere paragonate a quelle delle grandi città».

Leonardo Nobile nella sua bottega

A Brallo di Pregola c’è una bottega che resiste da oltre 50 anni nonostante le mille difficoltà. Un piccolo negozio di alimentari che fa anche da edicola e tabaccheria e che è diventato un punto di riferimento soprattutto per gli anziani del paese. «Vent’anni fa ho rilevato l’attività di famiglia e devo dire che oggi si fa più fatica a lavorare che in passato. – spiega Leonardo Nobile titolare del negozio di alimentari del Brallo – Ci salva solo la stagione estiva quando arrivano i turisti. Proprio per questo motivo abbiamo bisogno di agevolazioni fiscali per poter sopravvivere».

Dayana Monfasani (con il registratore
di cassa) e Fabio Vergagni

Non se la passano meglio i proprietari della trattoria “La Scaparina” situata sul confine tra i comuni di Menconico e Bobbio.

La titolare Dayana Monfasani, che ha dovuto sostenere la spesa per il registratore di cassa telematico, a causa della mancanza di connessione internet, è costretta a recarsi nella sua casa di Trebbiano per poter far la chiusura della cassa.

Una situazione assurda.

Mattia Tanzi

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