Storie di donne ucraine fuggite dalla guerra

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Mentre continua il conflitto nell’Est Europa, a Voghera il Centro antiviolenza C.H.I.A.R.A. aiuta molte profughe scappate dai bombardamenti. I loro racconti sono stati raccolti in un libro

di Daniela Catalano

Sabato 17 dicembre, alle ore 17, nella Biblioteca Ricottiana di Voghera il Centro antiviolenza C.H.I.A.R.A. presenta Le donne dei girasoli pubblicato da Primula Editore. A prima vista è un piccolo libro dedicato alle donne ucraine, ma in realtà è uno scrigno che raccoglie lacerti di vita e parole capaci di commuovere il lettore.

Le protagoniste sono donne speciali, fuggite dalla guerra scoppiata quasi un anno fa, il 24 febbraio, quando Putin ha invaso l’Ucraina. Da quel momento nulla è stato più come prima. A marzo dall’Est Europa è iniziato l’esodo di donne e bambini verso i nostri Paesi ma non erano più solo badanti in cerca di lavoro, erano profughe, spaventate e sconvolte, alla ricerca di un posto sicuro per sé e per i propri figli.

A raccontarci la genesi di questo testo realizzato in versione bilingue, in italiano e in ucraino, è Luisa Musciano, psicoterapeuta e operatrice presso il Centro vogherese, che da subito si è messa a disposizione per far fronte alle esigenze di quanti fuggivano, insieme alle altre associazioni cittadine. Dopo i primi giorni concitati, oltre a organizzare la spedizione di generi di prima necessità, le volontarie hanno iniziato a pensare come fare ad accogliere quanti arrivavano e a come aiutarli dal punto di vista pratico. Il Centro è diventato non solo un punto dove ricevere un aiuto materiale ma un vero e proprio sportello di ascolto. A sostenere il lavoro delle volontarie sono state altre donne ucraine già in Italia da tempo: Inna, Alessia, Rosa e Nastasia che, conoscendo la lingua, sono diventate “donne ponte” e hanno fatto da tramite per raccogliere le voci disperate e per ascoltare anche i racconti di chi era fuggito dalla barbarie.

La sede di C.H.I.A.R.A. si è trasformata in un luogo in cui essere ascoltate e capite e dove poter condividere il dolore e renderlo più sopportabile. Un mese dopo dall’inizio della guerra, come spiega Luisa, è nata l’idea di raccogliere i racconti delle ucraine in un libro, affinché altri potessero conoscerli e amarli. Grazie all’abile tessitura di Cinzia Zerba, il piccolo volume ha preso forma ed è diventato uno strumento di rinascita e di riscoperta di valori come l’amicizia e la condivisione.

Mentre i giorni passavano, ogni donna trovava la sua dimensione e quando, con l’estate, molte hanno fatto ritorno a casa per riabbracciare gli uomini rimasti a combattere, non si è spezzato quel fil rouge con le donne che sono tornate a vivere nello scenario bellico.

Per non dimenticare sono rimaste, nero su bianco, le storie terribili piene di violenze e di orrore, i ricordi di viaggi massacranti per giungere al confine, di condizioni igieniche estreme durante la fuga, della paura e dell’ansia di non potercela fare. Racconti che fanno capire la forza delle protagoniste che come i fiori dei girasoli non si piegano e cercano sempre la luce, quella luce capace di farle fiorire di nuovo. E così nasce anche il titolo del libro che richiama i grandi campi dell’Ucraina pieni di questi fiori, simbolo della lotta per la vita. In particolare Luisa ricorda la scena vissuta all’arrivo di un gruppo davanti all’albergo. Una bambina all’improvviso ha afferrato la mano di un’operatrice e sorridendo le ha chiesto: «Park?»

L’unica parola che aveva imparato e che voleva trovare al suo arrivo: il desiderio di riscoprire il gioco dopo il buio, di cercare la luce e la bellezza.

Fin da piccole le donne ucraine hanno dimostrato di essere forti e di affrontare il nemico che oggi veste una divisa russa ma che non può loro impedire di continuare a sognare e a combattere per la pace.

In queste pagine, come ha sottolineato Cristina Boffelli, presidente dell’associazione C.H.I.A.R.A., è stata data voce a tante donne rimaste mute davanti al dolore della guerra e per offrire un segno concreto di solidarietà, parte del ricavato del libro, che costa 15 euro, sarà devoluto all’associazione “Misto Dobra”, un Centro internazionale ucraino, grazie al quale le donne vittime di violenza domestica trovano rifugio con i loro figli.

Una pagina tra le tante

La guerra

Descrizione della natura del popolo ucraino

Così feroce e selvaggia la guerra; una parola così piccola, ma quante anime e vite ha già spezzato. Quanti cuori umani ha aperto, rivelandogli la lealtà e fedeltà al patriottismo del proprio paese.

Volontariato.

Volontariato è un richiamo del cuore, ognuno lo sente nella propria anima, è come una boccata d’aria che stavamo aspettando da molto tempo.

Guerra, grazie alla quale le maschere vengono fatte cadere.

Si smascherano tutti e chi percepisce quel dolore non ha la forza né il tempo di convincere quelli che non hanno la stessa percezione, perché ora non è il momento, non ora.

Noi ucraini siamo gente libera, orgogliosi del nostro Paese. Il richiamo della Patria è forte per noi, anche se siamo sparsi per il mondo, perché è nella nostra indole, nell’anima e nel cuore di ognuno di noi. Basta guardare la generazione moderna lontana da casa che, nonostante la sua vita già pianificata e comoda, si è messa in prima linea ad aiutare gli altri del nostro Paese.

La vita si è suddivisa in prima e dopo.

Siamo cambiati, qualcosa ci ha cambiato!

Abbiamo capito che insieme possiamo tanto, insieme siamo una forza, abbiamo capito tanto e tanti.

Eravamo, siamo e ci sentiamo un popolo libero.

Abbiamo capito chi è fratello, chi è amico e chi è, così tanto per, “osservatore”.

In questo momento ho realizzato di essere molto orgogliosa del mio popolo.

Il popolo dell’umanità semplice su cui poggia il mondo.

Inna Yakymovych

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