Pregando S. Alberto a 950 anni dalla morte

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La ricorrenza celebrata domenica scorsa all’eremo di Ponte Nizza con il vescovo Marini

PONTE NIZZA – Domenica 3 settembre è stata una giornata di grande festa per l’eremo di sant’Alberto di Butrio, nel comune di Ponte Nizza. Ricorrevano i 950 anni della nascita al cielo del santo che dà il nome a questo luogo di spiritualità tanto caro alla gente che abita il territorio diocesano e non solo.

Fin dal primo mattino sono accorsi numerosi fedeli e pellegrini a pregare il santo delle nostre terre che 1000 anni fa aveva guarito il bambino sordomuto della famiglia nobile Malaspina. Da allora in segno di gratitudine la nobile famiglia eresse una chiesetta per Alberto e i suoi primi seguaci. Nacque così e si svilupperà nei secoli successivi, l’abbazia che ha raggiunto il suo massimo splendore alla fine del 1400 e ancora oggi conserva i preziosi affreschi datati 1484 che ornano in particolar modo la cappella di sant’Antonio Abate.

Al mattino, alle 10, la Santa Messa solenne è stata presieduta dal vescovo Mons. Guido Marini e animata dal coro “Cipriano Carini” di Assisi, diretto da Felice Pericoli. Erano presenti i sindaci di Ponte Nizza Celestino Pernigotti e di Val di Nizza Franco Campetti. Il pastore diocesano ha sottolineato come sant’Alberto «ha vissuto Cristo, il suo cuore era pieno di Lui e lo ha trasmesso ai fratelli e alle sorelle del suo tempo e a noi fino ad oggi».

La celebrazione pomeridiana ha visto la partecipazione del Superiore generale della congregazione orionina don Tarcisio Viera che ha concelebrato insieme ai confratelli del Consiglio generale dell’Opera e al parroco di Pontecurone don Loris Giacomelli. Il coro della parrocchia di san Rocco in Voghera, diretto da Cristina Orlandi, ha eseguito i canti liturgici. Erano presenti alcune consorelle delle Piccole Suore Missionarie della carità, guidate dalla Madre provinciale suor Gemma Monceri.

Terminata la Messa, si è snodata la processione con l’urna di sant’Alberto dall’eremo fino alla grotta dove visse. L’artista e scultore Antonio De Paoli ha quindi commentato il restauro e l’opera da lui realizzata alcuni anni fa che ritrae sant’Alberto in estasi.

La giornata di festa ha pure coinciso con il “passaggio di consegne” tra don Agostino Casarin che ha terminato il suo mandato come rettore e parroco e don Ivan Concolato che gli è subentrato. Profonda riconoscenza è stata espressa durante le celebrazioni a don Casarin per il servizio svolto per il bene dell’eremo.

«Sono molto felice – ha dichiarato il nuovo rettore don Ivan – dell’incarico che mi è stato affidato. In precedenza ero parroco al Piccolo Cottolengo di Genova e a febbraio mi è stato chiesto di ricoprire il nuovo incarico a sant’Alberto. Ho accettato molto volentieri e sono felice».

La giornata ha visto inoltre la presenza di bancarelle e della Pro loco di Ponte Nizza che si è occupata del servizio di ristoro.

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