Invocando insieme il dolce nome di Gesù

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La rappresentazione cittadina del presepe vivente

TORTONA – Il “presepe vivente dei bambini e delle famiglie”, organizzato dalle parrocchie della città, con la collaborazione del Comune, è una bella consuetudine dell’ultima domenica prima di Natale. L’evento è atteso dai bambini, che in veste di angioletti, pastori, contadine, lavandaie e Re Magi, si affollano attorno alla capanna, allestita sul sagrato della Cattedrale, per deporre i loro doni ai piedi della culla. Anche quest’anno, favorito dalla bella giornata di sole, il corteo dei piccoli figuranti, accompagnati da genitori e catechisti, con il vescovo è partito dal Convento dei Cappuccini per raggiungere piazza Duomo. Questo itinerario è stato pensato per celebrare gli 800 anni del primo presepe di Greccio, voluto nel 1223 da san Francesco d’Assisi. Tortona, da parte sua, vanta il primo presepe vivente dei tempi moderni, realizzato nel dicembre del 1930, da san Luigi Orione, ispirato proprio a quello del santo. La storia del presepe è stata brevemente rievocata da un frate cappuccino del convento cittadino, mentre il Coro della Cattedrale, diretto da Daniela Menditto, ha creato una gioiosa cornice di canti natalizi tradizionali e gospel. Dopo aver “svelato” il Bambino, deposto nella mangiatoia, Mons. Marini ha preso la parola e la piazza gremita, si è fatta silenziosa e attenta. Prima, si è rivolto ai bambini raccontando come san Francesco fosse contento di poter stare vicino al “Bambino di Betlemme” e come, ogni volta che pronunciava il suo nome “Gesù”, si passasse la lingua sulle labbra, come per gustarne il più possibile la dolcezza. Poi ha chiesto ai bimbi di imitare il santo dicendo tutti insieme “Gesù” e leccandosi dopo le labbra e, infine, ha invitato i grandi a imitare i bambini. La commozione era palpabile e a essa non è sfuggito neppure il sindaco, Federico Chiodi, intervenuto per augurare buone feste, che ha auspicato che la città si ritrovi sempre più unita e solidale attorno a figure esemplari come il “poverello di Assisi”. Dopo la benedizione, impartita dal vescovo, cioccolata e vin brulé, offerti dagli Alpini, hanno riscaldato i corpi infreddoliti dei presenti.

Luisa Iotti

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