In Sant’Antonio l’amore si fa carità

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Due celebrazioni in onore del santo a Novi Ligure e a Voghera con Mons. Marini

Novi Ligure

La chiesa in viale della Rimembranza era gremita di fedeli nel pomeriggio di martedì 13 giugno per la Messa in onore di Sant’Antonio da Padova, nel giorno della sua festa. A presiederla è stato il vescovo Monsignor Guido Marini, affiancato da don Paolo Padrini, da padre Giorgio e dai religiosi della comunità dei padri Giuseppini.

Le previsioni meteorologiche che annunciavano pioggia in serata, hanno indotto la comunità parrocchiale a rinviare la processione che, per radicata tradizione, ogni anno si svolge con la statua del santo che, accompagnata dai fedeli, percorre le strade adiacenti alla chiesa nota ai novesi come la “chiesa dei Frati”, perché i francescani vi arrivarono nel 1937 e vi rimasero per molti anni fino al 2008.

Negli anni cinquanta del secolo scorso si adoperarono per la costruzione del nuovo edificio religioso intitolato proprio al santo franscano di Padova.

Dopo il 2008 i padri Giuseppini sono subentrati ai frati francescani nella gestione delle attività parrocchiali e religiose celebrate nella chiesa di viale della Rimembranza che ospita anche la reliquia di Sant’Antonio.

Il vescovo nell’omelia pronunciata durante la Santa Messa, si è soffermato sui valori morali e religiosi del santo e sulla statua conservata nella chiesa, dove è raffigurato con i segni che ne hanno caratterizzato la vita: il bambino, che Antonio abbraccia come Gesù fa con tutti noi; il libro, simbolo di sapienza che è il rimando al Vangelo e il giglio, simbolo di purezza perché Antonio è stato un uomo puro.

Un altro dei segni con i quali viene raffigurato Sant’Antonio da Padova è il pane, quel pane dei poveri che ricorda la carità.

All’esterno, al termine, è stato distribuito il pane di Sant’Antonio, una tradizione religiosa alla quale i novesi sono particolarmente affezionati.

Luciano Asborno

La Messa nella chiesa di Sant’Antonio a Novi (Foto: Dino Ferretti)

Voghera

Alle ore 20.30 il vescovo è stato accolto nella parrocchia orionina di San Pietro. A dargli il benvenuto all’inizio della celebrazione eucaristica è stato il parroco don Pietro Sacchi, insieme ai confratelli sacerdoti e ai numerosi fedeli presenti. Don Sacchi ha ringraziato Mons. Marini per aver accolto il suo invito a presiedere la S. Messa e la processione. Nell’omelia il Pastore diocesano ha invitato a guardare con attenzione alla figura del santo di Padova perché l’esempio della sua vita «è la parola viva, la risposta esatta» necessaria a negare l’indifferenza e l’inimicizia verso Dio, due aspetti che spesso presenti nella vita dell’uomo. È proprio la sua storia che «ci interpella, ci attrae e ci meraviglia nella sua bellezza perché la sua umanità è qualcosa di veramente riuscito».

Al termine della processione, sul sagrato della chiesa, Mons. Marini ha espresso la sua gioia per la bellissima testimonianza di fede vissuta. «Chiediamo a Sant’Anto- nio – ha affermato – di poter portare anche noi Gesù tra le braccia, come ha fatto lui, e diventare allo stesso modo pane che si dona e che si ama a tutti e che brilla in tutta la bellezza, diventando affascinante come lo è stato il santo».

Prima della benedizione solenne con la reliquia, il vescovo ha ringraziato il sindaco Paola Garlaschelli, le autorità civili e militari, la Corale diretta da Matteo Stella, la Banda musicale di Voghera, diretta da Franco Garbarini e tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione dell’intenso momen-to di preghiera.

Al termine tutti sono stati invitati nel cortile dell’Oratorio per un momento di festa insieme e per visitare la pesca di beneficenza.

Daniela Catalano

La benedizione al termine della processione a Voghera
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