Il cammino quaresimale illuminato dall’esempio di San Luigi Versiglia

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Domenica scorsa a Casteggio la festa diocesana in onore del santo martire originario di Oliva Gessi

CASTEGGIO – Nel pomeriggio di domenica 26 febbraio, alle ore 16, la grande chiesa del Sacro Cuore ha ospitato l’annuale festa di san Luigi Versiglia, vescovo salesiano, nato a Oliva Gessi nel 1873 e ucciso in Cina nel 1930 insieme al giovane confratello san Callisto Caravario, entrambi canonizzati da san Giovanni Paolo II nel 2000.

Il vescovo Mons. Guido Marini ha presieduto la solenne concelebrazione alla quale hanno preso parte i parroci don Luca Ghiacci e mons. Gianni Captini, mons. Gianfranco Maggi, don Tonino Moroni, mons. Marco Daniele, ex parroco di Casteggio e Oliva Gessi e don Luigi Murru, che ha svolto il ruolo di cerimoniere. I canti sono stati eseguiti dal “Grande Coro della Comunità Pastorale San Luigi Versiglia”, Schola Cantorum di 70 elementi che, dopo tre anni di stop a causa del Covid, è stata ricostituita, grazie a don Luca Ghiacci, con il compito di animare le celebrazioni comunitarie. A dirigere è stato Giuseppe Ascagni, accompagnato all’organo da Andrea Rovatti. All’inizio della Messa, il vescovo ha incensato la statua del santo e la reliquia, appositamente giunte dalla chiesa di Oliva Gessi, dove sono custodite durante l’anno. La sera prima, proprio a Oliva, don Claudio Baldi, parroco della Cattedrale di Tortona, ha celebrato l’Eucaristia alla vigilia della festa diocesana.

Don Luca, a nome di tutta la comunità, ha subito rivolto al pastore diocesano un affettuoso saluto, esprimendogli gioia e riconoscenza per la sua presenza in Oltrepò, nella terra del santo.

Nell’omelia Mons. Marini ha posto l’accento sulle letture della prima domenica del Tempo di Quaresima, in particolare sulla prima tratta dal libro della Genesi nella quale si mette in evidenza la radice del peccato. Quando il primo uomo e la prima donna incontrano il tentatore, colui che per definizione è il menzognero, sono tratti in inganno dalle sue parole che li esortano a non credere che Dio li ama ed è loro alleato. Lui fa credere loro che è tutto falso.

«Quell’uomo e quella donna che seguendo la tentazione immaginavano di trovare la vita, – ha detto Marini – in realtà trovano la morte; pensavano di essere felici allontanandosi dal loro Dio ma hanno trovato la disperazione. Immagina- vano di incontrare la pienezza del cuore e della vita andando per un’altra strada rispetto a quella che Dio aveva indicato loro ma hanno trovato la povertà del cuore e della vita». Come loro anche tutta l’umanità è tentata di non credere all’amore del Signore. La Quaresima è il tempo propizio per «rendere più intensa, più viva, più vera la nostra relazione con il Signore Gesù». A San Versiglia il vescovo ha chiesto la grazia «di sostenere il cammino quaresimale, perché sia un cammino di più intensa preghiera nella Messa, nella confessione, nell’ascolto della parola di Dio, nella visita all’Eucaristia. Sia un tempo di più intensa preghiera perché questa più intensa preghiera ci faccia condividere di più la vita del Signore e, condividendo di più la vita del Signore possiamo vivere, davvero, dalla parte di Dio, credendo al suo amore, vincendo la tentazione e il peccato».

Prima della solenne benedizione, Mons. Marini ha ringraziato i sacerdoti, il coro e tutti i fedeli e, al termine, ha salutato personalmente i presenti, posando poi per una foto con i cantori e don Luca.

Daniela Catalano

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