Donazione pubblica di sangue

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Il Comitato della Croce Rossa cittadino sarà in piazza il 19 marzo per la raccolta

NOVI LIGURE – Tornano le raccolte di sangue in piazza. La sezione locale della Croce Rossa accoglierà i donatori sabato 19 marzo alla mattina, dalle 8 alle 12, di fronte alla sede, in piazza XX Settembre, in quella che sarà la prima iniziativa pubblica del 2022 in città, dopo l’ultima avvenuta lo scorso settembre. A collaborare con il Comitato cittadino sarà la CRI di Cassine, che, come in altre occasioni, metterà a disposizione la propria autoemoteca (nella foto). La prenotazione non sarà obbligatoria e i donatori abituali hanno già ricevuto la comunicazione e i dettagli via WhatsApp.

Negli ultimi mesi, sono rimasti attivi i classici prelievi in ospedale che proseguiranno regolarmente anche in futuro. Le donazioni pubbliche, che possono essere fatte ogni 3 mesi per gli uomini e ogni 6 per le donne, verranno poi replicate nella stessa sede il 18 giugno e il 22 settembre. Appuntamenti fissati anche in alcuni comuni limitrofi.

A Pozzolo Formigaro, la raccolta verrà effettuata il 7 maggio e il 5 novembre mentre a Silvano d’Orba il 23 aprile. Il 2022 si chiuderà a Basaluzzo con la tappa in programma il 30 ottobre. Tra le manifestazioni di successo della Croce Rossa novese sarà riproposta la raccolta di sangue all’istituto “Ciampini-Boccardo”, riservata agli studenti maggiorenni e al personale scolastico.

«La organizzeremo nuovamente in primavera e a ottobre, – spiega Giacomo Verasco, operatore sanitario – dopo la pausa di un anno dettata dalla pandemia. Una volta ripreso abbiamo riscosso un ottimo riscontro. Lo scorso ottobre siamo andati oltre le aspettative, riempiendo 70 sacche di sangue in 3 giorni di donazioni. Inizialmente ne erano previsti 2, ma ne abbiamo poi dovuto aggiungere un altro vista la grande partecipazione.

Il trend delle donazioni in ospedale, in attesa di dati ufficiali, sembra, invece, rimanere in linea rispetto allo scorso anno, con tante persone che hanno ancora paura a entrare nelle strutture a causa del Covid».

Luca Lovelli

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