«Caro Chiodi, stiamo combattendo la stessa battaglia»

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Caro Sindaco,

grazie per questo suo intervento approfondito e articolato che chiarisce molti aspetti della vicenda “Ospedale di Tortona” e che pubblico con la certezza che sia di enorme interesse e di utilità per i nostri lettori e per tutti i cittadini.

Come lei sa, ci stiamo occupando del tema da parecchi mesi perché credo che il nostro giornale sia un utile strumento a servizio della comunità; un luogo in cui la comunità può incontrarsi, dialogare, crescere. Per questo ho trasformato alcune pagine in una piazza e ho ospitato davvero tantissime riflessioni e testimonianze di esperti e lettori-pazienti che continuano ad avere a cuore, come lei, le sorti del nostro ospedale. Quel che noi facciamo, di mestiere, è anche dare voce a interventi differenti e di varia estrazione.

Una cosa sola voglio sottolineare. Lei scrive: «Spesso mi chiedo: a chi giova l’atteggiamento disfattista che spesso rintracciamo in interventi come la lettera da voi pubblicata la scorsa settimana? Quale vantaggio si può trarre nel continuare a sventolare funeste profezie e teorie complottiste su un futuro “definitivo default della sanità piemontese con inevitabile commissariamento e relative restrizioni per i cittadini piemontesi”? Chi può avere interesse nel continuo tentativo di demolire e svalutare le potenzialità del nostro ospedale e con esso il lavoro che medici, infermieri, funzionari e operatori di questo settore svolgono anche nella nostra città?».

La risposta è: non certo noi! Anzi, sin dalle prime puntate della nostra inchiesta abbiamo avuto un atteggiamento propositivo. E questa sua lettera mi conferma che, ancora una volta, ciascuno per il ruolo che gli compete, stiamo combattendo la stessa battaglia a difesa dei diritti di medici, infermieri, malati, funzionari e operatori e, soprattutto, dei tortonesi.

Matteo Colombo

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