Andrea, Simone ed Enrico: nomi da non dimenticare

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Il liceo “Amaldi” ha intitolato tre aule alla memoria degli studenti scomparsi tragicamente

NOVI LIGURE – Tre nomi che rimarranno sempre nel cuore di tutti, non solo dei compagni di classe e degli amici; tre vite spezzate prematuramente da un destino crudele quelle di Andrea Chaves Lopez, Simone Dispensa ed Enrico Motta.

Tre storie diverse, da “ricordare”, termine che etimologicamente significa “riportare al cuore” per “custodire”. «Il ricordo è un fatto privato, intimo – come hanno sottolineato i dirigenti, i docenti e i compagni – può riguardare un singolo individuo o una intera comunità, ma è pur sempre un modo di costruire e consolidare la propria identità, personale o collettiva che sia. Il tutto avviene attraverso successive stratificazioni, perché il cuore è un luogo aperto, uno spazio inesauribile, dove si depositano persone, luoghi, avventure, azioni, emozioni, parole». Nella giornata di sabato 12 dicembre, in memoria dei tre studenti, sono state intitolate tre aule, con le rispettive targhe: una nel plesso scolastico di viale Saffi, dove Andrea ha studiato tra il 2010 e il 2015 e due nel plesso di via Mameli, frequentato sia da Enrico dal 2011 al 2016 sia da Simone tra il 2013 e il 2018.

Andrea ha perso la vita a 21 anni, a causa di un tragico incidente durante una scalata sul monte Bianco. Aveva appena terminato il secondo anno di Lettere Moderne all’Università di Bologna ed era diplomato in Scienze umane. Amava la montagna e la Divina Commedia e tutti lo ricordano come un ragazzo con una mente straordinaria.

Enrico era affetto dal linfoma di Hodgkin ed è morto a pochi giorni di distanza da suo padre, malato come lui. Un ragazzo intelligente, altruista, generoso, dinamico e innamorato della cultura in tutte le sue forme; frequentava il linguistico ed era diventato un simbolo nella lotta contro il cancro.

Simone era un ragazzo molto positivo che non ha mai dato segni di debolezza, sorrideva anche duran-te la chemioterapia alla quale si stava sopponendo per la comparsa di un devastante osteosarcoma. La notizia dei compagni dello studente che si erano vaccinati in massa per permettere il suo rientro in aula il quinto anno ha colpito l’opinione pubblica italiana.

Aveva ottenuto il tanto sospirato diploma poco prima di morire.

«Oggi è una giornata emozionante. È la prima volta che incontro una scuola che onora così tanto i propri morti – ha affermato il dirigente scolastico Michele Maranzana – e lo fa in modo vitale, organizzando delle iniziative. È bello che l’istituto conservi la memoria dei suoi studenti». Breve ma significativa la cerimonia che si è svolta alla presenza del sindaco Gian Paolo Cabella. Prima nella sede di via Mameli alle ore 14.30, dove sono state dedicate a Simone l’aula della 5^ E, la sua classe, e a Enrico il laboratorio di fisica, in omaggio alla sua passione per questa disciplina. Poi nella sede in viale Saffi, ad Andrea è stata intitolata la bella e luminosa aula “Promethian”.

Il dirigente scolastico vicario, Pie-ro Ponte, ha voluto ricordare che l’“Amaldi”, in quanto comunità, ha nel proprio cuore un patrimonio di storie, di uomini e mondi, e che ogni tanto si ferma per riportare all’oggi chi o cosa era di ieri e sarà di sempre. «È questo lo spirito con il quale il nostro liceo – ha affermato Ponte – ha voluto dedicare tre sue aule a tre suoi alunni che non ci sono più, ma che in realtà ci sono ancora. Tre ragazzi a cui la vita molto ha dato e tolto molto».

Vittorio Daghino

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