All’ex Ilva si resta in attesa di riprendere la produzione

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Dopo un agosto difficile i lavoratori sperano nel nuovo piano produttivo per l’autunno

NOVI LIGURE – È durato fino a ieri lo stop dell’altoforno 2 dell’ex Ilva di Taranto. Una fermata che ha avuto pesanti ripercussioni su tutti gli stabilimenti siderurgici del gruppo Acciaierie d’Italia da nord a sud. Tra questi anche quello novese, che già vedeva i primi segnali negativi da fine luglio, quan- do il numero dei rotoli in arrivo era ridotto al minimo e materiali da lavorare non ce n’erano. Di fatto, per tutto il mese d’agosto la produzione è stata quasi ferma. I dipendenti sono in attesa di risposte, con l’azienda che dovrà presentare il nuovo piano produttivo per capire se i numeri potranno tornare sui livelli dei mesi precedenti.

«Quello di agosto è stato un periodo abbastanza spettrale, con poca gente al lavoro. – commenta Federico Porrata, delegato rsu Fiom Cgil – Quasi la totalità dei reparti è rimasta ferma. Vedremo se a settembre ci sarà una ripresa e verificheremo con l’azienda i numeri della cassa, per capire se gli ammortizzatori sono stati usati nella maniera corretta e non per sostituire ferie, malattie o altro. Lo sapremo il 12, con l’arrivo delle prossime buste paga». Lo stabilimento locale, che conta oltre 600 dipendenti di cui 150 al momento in cassa straordinaria a rotazione, rimane in allerta costante ormai da anni, fin da quando la proprietà del colosso dell’acciaio era passata in mano ai franco-indiani di ArcelorMittal. Il numero di operai sotto contratto, stando agli ultimi accordi, dovrebbe addirittura essere maggiore. La pianta organica prevede la presenza di 700 unità, contro le attuali 628. Anche il tema della sicurezza rimane centrale per lavoratori e sindacati, con buona parte dei macchinari dell’impianto novese che necessita di aggiornamenti. «Agosto di solito è il mese in cui si fa la maggior parte della manutenzione ordinaria, ma questa volta non è stato impiegato nemmeno la metà dell’organico. – prosegue Porrata – La cassa ora in vigore, decisa unilateralmente dalla proprietà, non è stata avviata per crisi di mercato ma per manutenzione straordinaria, che però non è stata eseguita».

Luca Lovelli

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