La Pernigotti è davvero salva e pensa a Pasqua

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Sindacati e lavoratori hanno incontrato la stampa per comunicare tutte le novità

di Luca Lovelli

La Pernigotti è salva, questa volta per davvero. Dopo la concessione della cassa integrazione per altri 12 mesi e il closing dello scorso 20 ottobre, la nuova proprietà targata Lynstone, Gruppo del colosso americano Jp Morgan, ha iniziato a programmare presente e futuro. Ad annunciarlo sono sindacati e lavoratori, che una settimana fa hanno incontrato i giornalisti all’esterno della fabbrica per comunicare il definitivo insediamento dei nuovi proprietari e per rimuovere simbolicamente striscioni e bandiere appesi in questi 4 anni di vertenza.

«L’azienda sta già ragionando in prospettiva 2025, quando avrà delle royalties sul mercato sudamericano per la produzione di gelati. Si potrà quindi tornare a produrre pure quello. – afferma Tiziano Crocco, segretario provinciale Uila Uil – Ci auguriamo quanto prima di poter mettere le radici in un nuovo stabilimento, ma questo lo vedremo in futuro. Il 31 dicembre chiuderanno gli uffici di Milano, con alcuni impiegati che rientreranno qui. Vogliamo dare dignità anche agli interinali, affinché diventino a tutti gli effetti lavoratori stagionali o con part time verticale».

Per la campagna pasquale sarà ancora la Walcor a produrre le uova griffate Pernigotti mentre a Novi saranno realizzati gli ovetti. Dopo di allora, tutto tornerà interamente nella città dei Campionissimi. A oggi, gli operai sono regolarmente al lavoro su due turni in vista del periodo natalizio.

«In questi 4 anni, tutte le volte in cui si tornava a rifiatare arrivava qualcuno a rovinare i piani. – afferma Crocco – Attilio Capuano, che oltre alla Walcor avrà in gestione pure la Pernigotti, ha già incontrato i lavoratori. Ha sottolineato come tutto ciò che verrà prodotto con questo marchio uscirà dallo stabilimento cittadino. A breve ci saranno 45 giorni di fermo per sostituzione della caldaia e per l’efficientamento dei macchinari. Sarà rimesso in funzione per primo l’impianto delle creme. Noi dobbiamo ringraziare chi ha comprato materie prime e incarti ancor prima di acquisire il brand, perché altrimenti questi prodotti non avrebbero fatto in tempo a finire sugli scaffali dei supermercati prima di Natale. Abbiamo già visto il piano industriale, che offre una prospettiva reale. C’è molta attenzione anche a formazione e sicurezza».

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