I Sinti tortonesi pregano insieme

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La Messa celebrata dal vescovo nel campo della comunità in suffragio di Silvana “Cina”

TORTONA – È tradizione consolidata e bella che, durante il mese di maggio, i Sinti, residenti nell’area comunale attrezzata di Strada per Castelnuovo, esprimano la loro devozione alla Madonna ritrovandosi, ogni sera, per la recita del S. Rosario davanti alla piccola grotta a Lei dedicata e da loro stessi realizzata nello spazio antistante il salone comune. Anche quest’anno, come nel 2022, il vescovo, che segue con paterna attenzione la vita della comunità, ha voluto pregare con loro e per loro.

Mercoledì 3 maggio, alle 20.30, accompagnato da don Paolo Padrini e da don Claudio Baldi, Mons. Guido Marini è giunto al “campo”: lo ha percorso a piedi, intrattenendosi brevemente con le famiglie che lo aspettavano davanti alle loro case-mobili, entrando in alcune per visitare i malati, salutando affettuosamente i bambini che gli correvano incontro. Giunto all’ingresso del padiglione predisposto per la celebrazione, è stato accolto dagli altri “invitati” a questo momento di condivisione: il sindaco, Federico Chiodi, il dirigente comunale, Corrado D’Andrea, il presidente della Casa di Accoglienza, Eugenio Presciutti, con alcuni volontari.

Prima di iniziare la S. Messa, padre Massimo, il frate cappuccino itinerante che, insieme a padre Franco e padre Roberto, cura la formazione religiosa dei nomadi, ha salutato e ringraziato ufficialmente Mons. Marini, in particolare per il delicato pensiero di aver voluto celebrare l’Eucaristia in suffragio di Silvana “Cina”, deceduta lo scorso febbraio e per la quale i Sinti stanno osservando l’anno del lutto; “Cina”, dal 2009, era la vedova di Mario Raimara, il mitico “Palocio”, storico capo del “campo” di Tortona. All’omelia il vescovo si è rivolto ai bambini e alle bambine presenti in gran numero.

Dapprima ha attirato la loro attenzione con il racconto del piccolo che, per salvarsi dalla casa in fiam- me, avrebbe dovuto buttarsi dalla finestra e dubitava non vedendo il papà che intanto lo esortava dicendogli: «Non preoccuparti: ti vedo io, buttati fra le mie braccia!».

Proprio come fa il Padre celeste con i suoi figli. Poi li ha coinvolti in una versione semplificata e mariana della preghiera con le 5 dita, facendosi promettere che la reciteranno ogni sera per tutto il mese di maggio. Al termine della Messa, dopo qualche foto ricordo, i volontari della Casa di Accoglienza “premiavano” i più piccoli distribuendo giocattoli; gli adulti, in un clima di grande cordialità, tra una fetta di torta e una tazza di the, hanno condiviso ricordi del passato più o meno recente, problemi del presente (il lavoro, i malati) e speranze per il futuro (la scuola, i giovani). Nel buio della notte incipiente, la luna crescente di maggio illuminava i saluti finali.

Luisa Iotti

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