Binomio popolazione e Pil

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Di Cesare Raviolo

Ridotta natalità e invecchiamento della popolazione incideranno profondamente sulla crescita dell’econo- mia italiana. Lo ha detto Fabio Panetta, governatore di Bankitalia, all’assemblea dello scorso 30 maggio. Qualora il trend negativo delle nascite (10 mila in meno nel 2024 rispetto al 2023 e 206 mila in meno del 2008) dovesse protrarsi nel prossimo futuro, il numero di persone in età lavorativa diminuirà, entro il 2040, di circa 5 milioni; seguirà una contrazione dell’11% del Pil (Prodotto Interno Lordo) e dell’8% del Pil pro capite. Anche senza scomodare Simon Kuznets, Nobel 1971 dell’economia, è evidente che non può esserci sviluppo senza crescita parallela di popolazione e reddito. Il calo demografico ha varie cause: innanzitutto, la diminuzione dei potenziali genitori, poiché l’attuale generazione di adulti in età riproduttiva è meno numerosa delle precedenti, il ridotto tasso di fecondità che nel 2024 ha toccato il minimo storico di 1,18 figli per donna, l’uscita dal mercato del lavoro di 1 donna su 5 per maternità e il modesto tasso di occupazione femminile (nel 2024, è stato del 57,7%), il più basso fra tutti i Paesi Ue. L’occupazione femminile, che risulta ostacolata dalla carenza di strutture adeguate e da una squilibrata distribuzione degli adempimenti familiari, potrebbe trarre beneficio da significativi investimenti nei servizi per l’infanzia, specie per gli asili nido. Tuttavia, anche nell’ipotesi più favorevole, l’aumento dei tassi di attività potrebbe compensare al massimo la diminuzione della popolazione attiva, per cui sarebbero necessarie opportu- nità di occupazione più attrattive per gli Italiani, sempre più numerosi, che lasciano l’Italia (negli ultimi dieci anni 700.000, di cui 1 quinto laureati). Un apporto rilevante potrebbe venire dall’immigrazione regolare, soprattutto nei settori delle costruzioni, del turismo e delle attività ricettive, che manifestano un crescente fabbisogno di manodopera. Anche alcuni settori a maggior valore aggiunto (meccanica, chimica, elettronica) potrebbero attrarre personale straniero qualificato, se il nostro Paese, allineandosi agli standard europei, avviasse un’adeguata revisione dei sistemi di riconoscimento della cittadinanza e dei titoli di studio, puntando ai medesimi esiti positivi della Spagna. Dunque, gli strumenti per favorire la crescita della popolazione ci sarebbero, ma serve soprattutto un cambio di mentalità come auspicato da Papa Francesco: «Investire nuovamente sul futuro aprendosi alla vita, alla speranza».

raviolocesare@gmail.com

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