La casetta piccola così
Di Carlo Zeme
Io e Melina, da quando ci siamo sposati, viviamo in centro a Tortona in una traversa della via Emilia. Arriviamo da due piccoli paesi e abbiamo scoperto gli imprevisti della vita cittadina: cercare parcheggio, parcheggiare secondo il calendario del lavaggio strade, fare centinaia di metri agghindati come degli Sherpa dell’Himalaya per raggiungere la porta di casa e tante altre “piccole sco- modità” sopportabilissime. Una domenica mattina abbiamo avuto un invito a pranzo da amici che ci ha obbligato a stilare una tabella di marcia serratissima: dopo la colazione ci sarebbe stata la vestizione, la preparazione degli zaini e il recupero della famiglia sotto casa da parte mia che nel frattempo sarei andato a prendere l’auto un isolato più in là. Tutto sembrava procedere per il verso giusto quando succede il tipico imprevisto cittadino: in fondo alla strada sento un vociare che diventa sempre più forte, mi affaccio sulla via e trovo i “banchetti”: è il giorno dei “Cantarà e Catanaj”, il mercatino dell’antiquariato che blocca il traffico sotto casa nostra. Vengo preso dallo sconforto, la tabella in frantumi e Margherita e la sua mamma che mi aspettano invano sull’uscio, poi una voce famigliare alle mie spalle: «Ecco Carlo, che piacere vederti!» È don Costantino, il sacerdote che mi ha cresciuto in oratorio a Castelnuovo, il paese dove sono diventato grande; vedo con lui tanti volti di compaesani che insieme hanno allestito il banco del “Centro Aiuto alla Vita e alla Famiglia”. Così tra indumenti, poltrone e testate di letto avviso Melina che la strada è bloccata ma ho trovato un sacco di vecchi amici. Pochi secondi dopo arriva Margherita, chiede di scendere perché i mille oggetti in ogni angolo sono un parco dei divertimenti fuori programma poi al momento dei saluti l’illuminazione: Margherita bussa a una porticina alta come lei di una casa di plastica da giardino pronta per ricevere nuova vita. Finalmente nel giardino dei nonni ci sarà la piccola casa con cui giocare. Puoi fare tutti i piani che vuoi ma se incontri per strada gli amici giusti vale sempre la pena fare una deviazione.
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