Cari genitori di Greta, ho qualcosa da dirvi

Carissimi Malena e Svante che effetto vi fa sapere che vostra figlia, a soli 16 anni, potrebbe vincere il Nobel per la pace? Quanto è cresciuta dalla scorsa estate la vostra Greta? Da quando per la prima volta, il 20 agosto 2018, si è materializzata davanti alla sede del Parlamento svedese con un cartello con su scritto “sciopero scolastico per il clima”? Gentili signori Thunberg, l’avete accompagnata voi quel giorno oppure è stata una sua iniziativa? Dei suoi scioperi da scuola, ogni venerdì, che ne sapevate? E del suo intervento a dicembre alla Conferenza sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite a Katowice, in Polonia? Io ammiro due genitori come voi, capaci di mettere le ali al sogno di questa piccola Pippi Calzelunghe e di non ostacolarla nel suo tentativo di costruire un futuro migliore. Il 15 marzo il suo esempio è stato seguito in 2052 località di 123 Paesi dove gli studenti hanno marciato per un mondo più green: loro sono una minoranza che lotta contro la maggioranza di noi adulti, incapaci di stimoli, di fantasia, di utopie. Adesso Greta ha scritto anche un libro sui cambiamenti climatici. Lei così pura, così diretta come solo i protagonisti di certi romanzi riescono ad essere, così fragile, è diventata una paladina del neoambientalismo. Non avete paura che sia troppo adulta per la sua età? Il suo sorriso enigmatico non è più solo famigliare, ormai è di tutti. Ve la ricordate quando ha iniziato a parlare? Quando giocava in salotto? Qualche cattivone ha detto che dietro l’operazione ci sia il Pr professionista Ingmar Rentzhog, fondatore della startup “We don’t have time” decollata proprio grazie alla ragazzina. Ve la immaginate lei prigioniera della Rete? Non lasciate che ve la portino via seppure in nome di una giusta causa. Non permettete che rinunci alla sua adolescenza. Lei ha fatto il suo, adesso non ha più bisogno di riflettori. Un futuro migliore per il mondo, passa anche attraverso un futuro migliore per Greta.