Lolo, il giornalista beato

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Di Daniela Catalano

Il beato di questa settimana è il primo giornalista professionista laico salito agli onori degli altari, capace di mettere la sua professione a completo servizio della fede. Manuel Lozano Garrido, chiamato “Lolo”, nasce a Linares, in Spagna, il 9 agosto 1920 in una famiglia benestante, quinto di 8 figli e a 15 anni resta orfano. Già durante l’infanzia, Lolo dimostra un profondo amore per Gesù. A 11 anni entra a far parte dell’Azione Cattolica e nel 1936, quando scoppia la Guerra Civile Spagnola, accetta l’incarico di portare segretamente la Comunione agli abitanti dei villaggi, fino a quando non è arrestato due anni dopo, perché “troppo cristiano” e trascorre la notte del Giovedì Santo in prigione. Manuel ama leggere libri di ogni tipo e nello stesso tempo restare in contemplazione. La sua casa sorge dall’altro lato della strada rispetto alla parrocchia e dal balcone Lolo vede il tabernacolo e guarda sempre il Signore mentre legge e scrive. A 22 anni è colpito dalla spondilite, una malattia reumatica che gli provoca una paralisi e lo rende cieco. Garrido Trascorre 28 anni in sedia a rotelle, sempre pieno di una gioia incontenibile, impegnandosi nell’Azione Cattolica e intraprendendo una straordinaria attività giornalistica e letteraria. Batte a macchina i suoi articoli finché riesce a usare una sola mano e poi detta alla sorella Lucia. Manuel propone soprattutto la dottrina sociale della Chiesa come sicuro orientamento per i problemi della società. Scrive nove libri di spiritualità e tantissimi pezzi per diverse testate, nei quali testimonia la sua fede. Non si lamenta mai e arriva ad affermare: «All’inizio sembrava che la sofferenza venisse con le sembianze di una mietitrice, e invece ha seminato speranza». Lolo fonda anche l’opera “Sinai”, con la quale vuole sostenere il lavoro dei giornalisti. L’associazione all’inizio era formata da gruppi di dodici persone con disabilità e si appoggiava ad alcuni monasteri di clausura. Lolo muore il 3 novembre 1971, a 51 anni, per le complicanze di un raffreddore. È stato beatificato da Benedetto XVI il 12 giugno 2010 e poi proclamato patrono dei giornalisti. La sua memoria liturgica cade il 3 novembre.

cadarita@yahoo.it

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