I maleducati si fanno notare

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di Patrizia Ferrando

Un’amica lettrice mi ha posto un quesito stimolante, anche se di non semplice e tantomeno univoca risoluzione: «Quando le persone diventano più maleducate?». Come sapete, per me le vere buone maniere non possono prescindere dalla considerazione nei confronti del prossimo. Compiere azioni grossolane e ineleganti non va a nostro favore, ma ferire la sensibilità di una persona resta sempre molto, ma molto peggio. Ciò premesso, senza voler improvvisare della psicologia d’accatto, io credo che le alzate di maleducazione più agghiaccianti si verifichino quando qualcuno vuol farsi notare a tutti i costi, prevalere, spesso nemmeno si sa su cosa o su chi.

Ricordo un aperitivo che vedeva riuniti, in un locale alla moda, diversi quarantenni in gran sfoggio di abiti griffati e accessori di marca. Si avvicinó un venditore ambulante di rose: sarebbe stato semplice declinare la sua offerta con discrezione e rispetto, invece due dei convenuti si misero a fare gli sciocchi, affermando di non essere italiani e umiliando l’uomo coi loro sogghigni e le loro risposte fintamente confuse. Altri sghignazzavano, così come facevano davanti agli ammicchi di una loro compagna di bevuta, la quale rideva senza soluzione di continuità e si esibiva in smorfiette non comprendendo alcune citazioni e parole di un discorso altrui. Perché non chiedere chiarimenti, o tacere? Chissà se quella combriccola si divertiva. A me bastò osservarli un pochino per gettarli nel girone dei maleducati di un poema non scritto. Simile sorte avrei riservato a due donne diverse, in circostanze differenti, accomunate, però, dalla convinzione di dover dare pubblicità alle loro finanze. La prima reagì a un complimento per alcuni quadri appesi alle sue pareti, con le seguenti parole: «Roba di valore, mia zia le ha pagate un botto». Chissà se almeno piacevano a lei o alla zia in questione. La seconda, a una festa nuziale, si produsse in un panegirico del proprio abito: «Bello, vero? Lo avete guardato? Si capisce, è di (omissis nome stilista). Perfino all’outlet l’ho pagato (omissis somma) ma mia nonna mi diceva sempre che sono troppo sensuale per portare vestiti da poco, anche a prezzo intero era ok!».

Di sicuro, dal mio punto di vista, questi sono esempi capaci di raggiungere il podio di una gara di maleducazione, anche se una lunga classifica si potrebbe compilare, purtroppo, scorrendo i social, frequentando uffici e negozi, ascoltando conversazioni casuali. Non ho ideato un contrappasso, ma un buon esempio al contrario lo forniscono.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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