Inchieste e ricorsi sulle elezioni provinciali

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Bargigia, il candidato sconfitto, ha chiesto il riconteggio dei voti

PAVIA – Giovedì 3 febbraio i Carabinieri in borghese hanno effettuato un blitz in piazza Italia, nella sede della Provincia di Pavia, con lo scopo di acquisire verbali e registri di voto delle elezioni provinciali avvenute il 18 dicembre. Elezioni che erano terminate con la vittoria di misura di Giovanni Palli, sindaco di Varzi e attuale presidente della Comunità Montana dell’Oltrepò pavese. Palli, alla guida della coalizione del Centrodestra, aveva superato di 372 voti (ponderati) Angelo Bargigia appoggiato da sindaci dissidenti e dal PD e poi espulso dal Carroccio per non aver seguito le linee politiche dettate dal partito di Salvini.

Il provvedimento da parte della Procura ha di nuovo acceso gli animi all’interno della politica locale e che rischia di immobilizzare l’attività della Provincia in attesa che si chiuda l’inchiesta.

Secondo una prima ipotesi il fascicolo, senza indagati, sarebbe stato aperto dalla Procura di Pavia in seguito all’ipotesi di un traffico di influenze (pressioni indebite sugli elettori) e dopo le avvenute dichiarazioni della consigliera comunale di Pavia Angela Gregorini, esponente di Azione, che aveva detto di non aver ritirato una scheda ma di sospettare che questa fosse stata utilizzata.

Inoltre, Angelo Bargigia, sindaco di Marzano, candidato presidente sconfitto, aveva richiesto al Tribunale amministrativo della regione Lombardia, il riconteggio dei voti: «Una consigliera di Pavia non ha votato per il presidente, ma dai verbali non emerge» – ha dichiarato Bargigia.

Una situazione che sta riaccendendo le polemiche all’interno della politica provinciale. Polemiche e dissapori iniziati alcuni mesi prima della campagna elettorale.

m.t.

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