Il calendario dell’Avvento

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di Maria Pia e Gianni Mussini

La magia del Natale per Maria Pia ha i colori dell’Alto Adige di Santa Valburga in Val d’Ultimo e di Merano, dove ha vissuto tra la quinta elementare e la terza media poiché il papà lavorava a una diga da quelle parti.

Le è rimasto l’incanto di quei Natali – allora sconosciuti da noi – che a lei ricordavano le fiabe dei fratelli Grimm. C’era la corona dell’Avvento, con profumatissimi rami d’abete, che segnava con le sue quattro candele le quattro domeniche precedenti la festa. Mentre il 6 dicembre Santa Klaus, ovvero San Nicola, accompagnato da Krampus, il diavolo incatenato e ammansito, distribuiva giocattoli e dolciumi (e il biscotto antropomorfo era buono per la gola e per gli occhi). C’era anche – pure ignoto qui da noi – il calendario dell’Avvento, con figure natalizie che apparivano dalle finestrelle aperte giorno dopo giorno sino alla scoperta, il 24 dicembre, dell’immagine della Natività.

A quest’ultima tradizione, che distribuisce nella lentezza dei giorni la gioia dell’attesa, Gianni e Maria Pia sono sempre stati legati e ne hanno trasmesso ai figli la passione (tuttora spediscono ogni anno un nuovo calendario a Lorenza che a Istanbul, ormai più che trentenne, non rinuncia all’emozione della sua finestrella quotidiana).

Ma con la globalizzazione e il consumismo, tutto è arrivato dappertutto sino a determinare una “modernizzazione” del Natale che ne è anche un po’ una neutralizzazione religiosa, sotto la duplice spinta di una malintesa tolleranza verso le fedi non cristiane (dimenticando che in Gesù Cristo credono anche i musulmani) e ancor più di un marketing pervasivo e feroce, che rifiuta messaggi eticamente troppo impegnativi.

E così, i calendari dell’Avvento vedono trionfare cioccolatini, profumi, tisane e persino birre e penne a sfera; mentre si è via via insinuata nelle nostre abitudini una novità a cui molti non fanno neppure caso: si celebra un Natale privo del protagonista, il Quale però non se ne cura e continua a prodigare pace e speranza agli uomini di buona volontà.

Anche Gianni e Maria Pia tengono duro e a ogni Natale recuperano da un certo scatolone un vecchio calendario dell’Avvento che tanti anni fa avevano preparato artigianalmente per i loro figli. Non disdegnano poi quelli virtuali, dove pure la pubblicità imperversa ma tra i quali ce ne è qualcuno da salvare: per esempio quello della pinacoteca di Brera, in cui con l’ausilio di quadri famosi è possibile ripercorrere le tappe della fede; o quello del Musikverein di Vienna, che ci accompagna con pillole di musica immortale fino al giorno in cui si ricorda quella notizia vecchia di duemila anni ma ancora attualissima: è nato un Bambino venuto a salvare gli uomini e il mondo.

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