Nella “luce” dei giovani

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La XXIII Giornata della vita consacrata sarà celebrata sabato 2 febbraio

TORTONA – Nella XXIII Giornata mondiale della vita consacrata, che sarà celebrata sabato 2 febbraio, religiosi e religiose della Diocesi di Tortona si ritroveranno insieme al Vescovo, alle ore 17.30, presso la chiesa di Santa Maria Canale, per la “Liturgia della Luce”. Dopo il saluto iniziale del Delegato per la Vita Consacrata, processionalmente i partecipanti si avvieranno, con le candele accese, verso il duomo dove sarà celebrata la santa messa della “Candelora”.

Quest’anno i religiosi e le religiose, come hanno fatto nell’incontro tenutosi nel periodo dell’Avvento e come faranno in quello che si terrà nella Quaresima e anche nello stesso giorno della Vita Consacrata, indirizzano le loro riflessioni seguendo i suggerimenti dati dai Vescovi al termine del Sinodo dei giovani. Per tale occasione invitano “fedeli e sacerdoti a unirsi alla loro preghiera per chiedere al Padre di tutti luce, nel buio di questo nostro tempo”.

L’invito dei Vescovi a pregare per i giovani mette in moto un dinamismo speciale perché è importante far giungere a tutti la voce di Dio così che la sua grazia raggiunga il maggior numero di giovani: una volta toccati dal dono dello Spirito, possano rispondere positivamente alla chiamata di Gesù.

Dobbiamo vivere con passione, convertirci in uomini e donne appassionati per quel Dio che si è appassionato per gli uomini. Come consacrati non possiamo vivere senza incarnare la grande passione evangelica.

Concretamente è nostro dovere favorire tutto ciò che profuma di desiderio di rinnovamento tanto nella formazione, quanto nel lavoro apostolico e nella vita comunitaria, per poterci aprire alla novità dell’incontro con Dio e alla ricerca comunitaria con i fratelli e le sorelle.

Gesù ci chiede di attuare il Vangelo, di concretizzarlo, di vivere le sue parole.

La Giornata della Vita Consacrata ci interroga sulla fedeltà a quanto ci è chiesto da Dio, alla missione che ci è stata affidata. Oggi c’è bisogno di non essere testardi, ma disponibili ad annunciare a tutti quanto Dio ha fatto per noi. Non possiamo cercare solo di portare avanti ciò che si fa abitualmente, ma occorre riprendere la coscienza della vocazione in autentico senso spirituale e comunitario: “Andate!”.

Il mondo dei consacrati, visto da fuori, è insieme complesso e vario, ma visto da un occhio distratto può apparire tutto uguale, monotono e noioso.

I giovani accettano e accolgono il gesto eroico, la carità eroica, la scelta di chi si trova a compiere un’azione eclatante, di chi si trova nella circostanza particolare, di chi affronta il rischio, ma non comprende la quotidianità, che è anche preghiera, della vita comunitaria, non comprende la normalità. Eppure è proprio da questo stile di vita che si può trarre qualcosa di prezioso.

Il consacrato sa che il suo posto è in mezzo alla gente e ne condivide le gioie piccole e grandi ma sa anche che c’è un rientro nella comunità con la quale dividere le esperienze, ricaricare le batterie e dalla comunità riprendere forza e vigore da riversare sugli altri. Il Papa ci invita a “gridare al mondo”.

Ma che senso ha il nostro “gridare”?

Viviamo in un tempo in cui gridano solo i tifosi, i dimostranti e sovente questo gridare si trasforma in violenza. Forse si può intendere così la vita consacrata: dare un senso alla vita che grida.

I consacrati dovrebbero essere persone disponibili a farsi voce dello Spirito, a gridare il Vangelo con la vita. Gridare è dare voce all’incontenibile, al dono che ci abita e sovrabbonda in ogni nostra azione. Gridare per dire che siamo persone contente e vogliamo irradiare la gioia.

I religiosi e le religiose estendono quindi l’invito a tutti i sacerdoti diocesani, ai laici impegnati nelle varie parrocchie, a quanti intendono unirsi nella preghiera per ringraziare il Signore e far sapere a tutti che lui ci vuole bene e che ha bisogno di ciascuno di noi.

In questa liturgia nella quale Maria e Giuseppe offrono a Dio il “Dono” da lui ricevuto, si pregherà chiedendo al Signore di rinvigorire la vocazione del dono di se stessi; di riscoprire la gioia del credere; di ritrovare l’entusiasmo nel comunicare. E saranno ricordati anche alla misericordia di Dio le religiose e i religiosi defunti nell’anno 2018.

Un ricordo particolare sarà dedicato a coloro che in questo anno 2019 celebrano l’anniversario di professione religiosa: venticinquesimi, cinquantesimi, sessantesimi e oltre.

Don Sesto Falchetti

Delegato diocesano per la Vita Consacrata

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